collettivo culturale tuttomondo Lucetta Frisa (Italia)
di Lucetta Frisa (Italia)
Portatemi via conducetemi disse alle parole
che la attendevano scalpitando davanti alle porte spalancate
e chiuse gli occhi
e partirono verso un’altra lingua che non si poteva raccontare
o raggiungere,
forse solo dentro il sogno di un cane.
da L’altra, Manni, 2001
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foto: Lucetta Frisa
Lucetta Frisa (Genova, 1949) è poeta, scrittrice, traduttrice, lettrice a voce alta.
Opere poetiche: Modellandosi voce; La follia dei morti; Notte alta; L’altra; Se fossimo immortali; Ritorno alla spiaggia; L’emozione dell’aria; Sonetti dolenti e balordi. Narrativa: Fiore 2103; Sulle tracce dei cardellini; La torre della luna nera. Ha tradotto Sulla via dei segni di Henri Michaux, Poeta al suo tavolo di Alain Borne, Artaud e Paule e L’ombra del doppio di Bernard Noël. Con Marco Ercolani ha curato i “Libri dell’Arca” e pubblicato, in coppia: L’atelier e altri racconti; Nodi del cuore; Anime strane; Sento le voci; Il muro dove volano gli uccelli, Diario doppio, Furto d’anima.
Nel 2016 raccoglie, per puntoacapo, un’antologia della sua opera poetica: Nell’intimo del mondo. Poesie 1970-2015 (finalista Premio Camaiore 2017). Per lo stesso editore, nel 2020, esce Cronache di estinzioni. Nel 2021 pubblica due libri di traduzioni: Attraverso la valle dell’ombra profonda. Quaderno di poesia inglese del XIX secolo e Un’orgogliosa malinconia, una scelta dalle poesie di Verlaine.
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Quante volte mi hanno chiesto cosa ne penso della poesia. Non ricordo più, ma ricordo di avere sempre risposto: non lo so. Ancora adesso -e sono passati tanti anni dalla mia prima poesia e dalle mie prime riflessioni sulla poesia– non sono in grado di dare una risposta, non sono in grado di dire nulla a proposito di questa domanda che continua a inquietarmi.
Eppure qualcosa devo dire. La poesia è stata ed è la mia vita, mi ha accompagnato sempre, mi ha consolato sia scriverla che leggerla. Quando non la scrivo mi sento senza colonna vertebrale, come perdessi me stessa, mi svuotassi, dimenticassi il mio nome, la mia stessa identità.
Lucetta Frisa