centro cultural tina modotti caracas La donna di casa : giornale settimanale illustrato delle donne italiane
La donna di casa : giornale settimanale illustrato delle donne italiane, giugno 1894
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La donna di casa : giornale settimanale illustrato delle donne italiane, giugno 1894
Le donne che studiano – P. Popolare
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Perchè molte donne rinunziano alla modesta missione di massaie o all’altra più seducente di donne eleganti e spensierate per procurarsi un lavoro intellettuale che poi spesso non le compensa delle loro fatiche ?
Sono numerose, secondo me, le ragioni che spiegano questofatto comune più o meno a tutti i tempi, ma accentuato maggiormente nell’epoca nostra, e per trovarle basta ricercare quali sono queste donne che studiano.
Abbiamo, per esempio, la signora cui la propria attività intellettuale spinge fuori dalle pareti domestiche. La circonda l’ agiatezza, il mondo con tutte le sue seduzioni la invita per
festeggiarla; pure tutto ciò non le basta. Più lusinghieri si offrono a lei i campi vasti dello studio.
La medicina, la letteratura, il giornalismo con tutte le aridità, gli urti, compagni inevitabili di ogni carriera, le paiono più adatti all’indole sua irrequieta e battagliera, che non le blande gioie della famiglia o le soddisfazioni meschine della vanità.
Queste sono le donne che generalmente raggiungono le altezze maggiori; lo studio per esse non è mezzo, ma scopo della vita, e vi si abbandonano libere da legami e pressioni con tutta la foga appassionata dell’anima.
Ma queste, purtroppo, non rappresentano che un assai piccolo numero fra le lavoratrici del pensiero.
L’Inghilterra annovera fra queste aristocratiche dell’arte,George Elliot, che rimane sempre a capo di quelle numerose e gentili scrittrici.
L’Italia, oltre tante altre, ha la misteriosa Regina di Luanto,che nella sua palazzina situata in una delle più ridenti provincie nostre, scrive quei forti ed interessanti romanzi che riempiono
di meraviglia i lettori…
C’ è poi la donna che lavora per vivere; la sua nascita, i suoi gusti, l’educazione le fanno avere in orrore îl lavoro manuale, ed essa scrive, dipinge, si fa dottore, avvocato, giornalista.
Qualche volta la lotta quotidiana sferza il suo ingegno, ed essa sale gloriosa nella via del sapere e rivaleggia fortunata cogli uomini.
Qualche volta la donna lavora per aumentare il suo esiguo spillatico, ed essa imbratta i periodici di sonetti e di novellette, riempie le vetrine di piccoli dipinti che l’arte sovente non ha neppure sfiorato colle sue ali luminose.
Da noi non abbonda questa classe di donne, ma l’America, l’Inghilterra sono piene di fanciulle che per comperarsi un abito più elegante, un più costoso gioiello, fanno sui giornali la cronaca della moda o esprimono in poveri versi gli ideali delle loro anime da pupattole.
C’è l’apostolo di una causa più o meno utile ed umanitaria che per difenderla e propagarla si sente il dovere di scrivere, di parlare, di lavorare. C’è l’ emancipata che per provarsi uguale all’uomo invade i campi finora a lui solo riservati. C’è finalmente quella che, dopo aver gustato tutte le gioie della vita, si annoia e trova monotona la sua casa solitaria di fanciulla e chiede alla calmante severità della scienza, alla fantasie dell’arte un riempitivo alla sua vuota esistenza.
In complesso però io dico: ci sono sì delle donne che, poste in qualunque circostanza, in qualsiasi posizione lavorerebbero perchè hanno da natura il vero e nobile amore dello studio; ma la maggior parte di queste moderne lavoratrici preferirebbe la vita di società coi suoi doveri e le sue responsabilità, preferirebbe le cure e le gioie della maternità, i gaudi e i tormenti dell’amore alla solitudine e alla tristezza a cui finisce per condannarle la loro operosità e i sopravviventi pregiudizi nostri.
La donna di casa : giornale settimanale illustrato delle donne italiane, giugno 1894
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fonte: internet culturale
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