collettivo culturale tuttomondo Jamaica Kincaid (Antigua)
Mia madre è morta nel momento in cui nascevo, e così per tutta la mia vita non c’è mai stato nulla fra me e l’eternità; alle mie spalle soffiava sempre un vento nero e desolato.
All’inizio della mia vita non avevo modo di sapere che sarebbe stato così; lo scoprii solo verso la metà della mia vita, proprio quando non ero più giovane e mi resi conto che avevo meno di certe cose che prima avevo in abbondanza, e più di quelle cose che non avevo avuto quasi affatto.
E questa scoperta di una perdita e di un guadagno mi spinse a guardarmi indietro e avanti: al principio di me c’era questa donna dal viso che non avevo mai visto, ma alla fine di me non c’era niente, non c’era nessuno fra me e la stanza nera del mondo. Giunsi a pensare che per tutta la vita ero stata ritta sull’orlo di un precipizio, che quella perdita mi aveva reso vulnerabile, dura e senza difese; nel capire questo mi sentii sopraffatta dalla tristezza e dalla vergogna e dalla pietà per me stessa .
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Jamaica Kincaid
incipit Autobiografia di mia madre, Adelphi, 2020
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opera: Jacob Lawrence, The Migration Series, Panel no. 57: The female workers were the last to arrive north, 1941
Jamaica Kincaid appartiene alla schiera degli autori che, nati alla «periferia dell’impero» (nel suo caso ad Antigua, nei Caraibi), hanno immesso nuova linfa nella letteratura di lingua inglese.
Fin dall’inizio la sua voce si è rivelata penetrante, precisa, inconfondibile. Ma con l’«Autobiografia di mia madre» si è d’improvviso arricchita di tonalità cupe e vaste risonanze, quasi giungesse a noi portata dal «vento nero e desolato» che incessantemente soffia alle spalle della protagonista. È una storia di solitudine e insanabile risentimento, di insofferenza per la «stanza nera del mondo», che assume qui il profilo di paesaggi lussureggianti.
Le vicende di Xuela, di madre cariba e padre per metà scozzese e per metà africano, abbandonata insieme a un fagotto di panni sporchi dopo che la madre è morta di parto, dispiegano un variegato itinerario nell’infelicità, dove le durezze del mondo si scontrano con un carattere roccioso, torvo e visionario. E a ogni passo la vita di Xuela si intreccia con quella di un fantasma, la madre non conosciuta, colei che non ha potuto raccontare la sua vita e l’ha attraversata come «fossile vivente» del popolo caribo.
Jamaica Kincaid (Antigua)