centro cultural tina modotti caracas grazia deledda
Il vento la investì con violenza, gonfiandole il fazzoletto e le vesti; pareva volesse costringerla a rientrare: ella si legò forte il fazzoletto sotto il mento, e procedé a testa bassa come per dar di cozzo all’ostacolo: così rasentò la facciata della parrocchia, il muro dell’orto e la facciata della chiesa: arrivata all’angolo di questa, si fermò. Paulo aveva svoltato di là e attraversava quasi di volo, come un grande uccello nero, con le falde del mantello svolazzanti, il prato che si stendeva davanti ad una casa antica addossata quasi al ciglione che chiudeva l’orizzonte sopra il villaggio.
Il chiarore ora azzurro ora giallo della luna travolta da grandi nuvole in corsa illuminava il prato erboso, la piazzetta sterrata davanti alla chiesa e alla parrocchia, e due fila di casupole serpeggianti ai due lati d’una strada in pendio che andava a perdersi fra le macchie della vallata.
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El viento la tenía a su merced, alisando su falda y el pañuelo que llevaba sobre la cabeza, como si de alguna manera tratara de forzar su vuelta a casa. Anudó el pañuelo con fuerza bajo el mentón y siguió adelante con la cabeza gacha, embistiendo todos los obstáculos del camino. Sintió que debía traspasar la parte frontal del presbiterio, a lo largo del jardín y ante la iglesia, pero se detuvo en la esquina. Paul se había vuelto allí, y rápidamente, como un pájaro de mal augurio, su capa ondeaba alrededor de él, ante una antigua casa construida firmemente que parecía claudicar en el horizonte sito por encima del pueblo.
Una luz incierta, ora azul, ora amarilla, como el pálido rostro de la luna brillante, era atravesada por grandes nubes, iluminando la hierba del campo, la pequeña plaza frente a la iglesia y el domicilio parroquial, y dos líneas de casas a ambos lados de la empinada carretera, que terminaba perdiéndose entre los árboles del valle.
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Grazia Deledda
frammento dalla novella La madre, 1920 – fragmento de la novela La madre
traduzione dal web
immagine dal web
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