cctm collettivo culturale tuttomondo Goliarda Sapienza poesia
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Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce
acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più.
Goliarda Sapienza
da Ancestrale, La Vita Felice, 2013
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foto: Goliarda Sapienza
Goliarda Sapienza (Catania, 1924 – Gaeta, 1996) è stata una scrittrice e attrice italiana.
A partire dai sedici anni visse a Roma, dove studiò all’Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recitò come attrice di teatro e di cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti (in Senso), Alessandro Blasetti e Citto Maselli.
Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il filo di mezzogiorno (1969), L’università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987) e, postumi, L’arte della gioia (1998), i racconti Destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), le poesie Siciliane (2012) e Ancestrale (2013), La mia parte di gioia (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces e soggetti cinematografici (2014), Appuntamento a Positano (2015) e Lettere e biglietti (2021).
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Goliarda Sapienza è stata una delle scrittrici più controverse e sfaccettate del Novecento, definita da Elena Gianini Belotti come “una scrittrice in anticipo con i tempi”.
Per Sapienza scrivere significava rubare il tempo anche alla felicità. Lei scriveva di sé in prima e terza persona, scriveva sulla vita in Sicilia, sul trauma dell’elettroshock subito dopo due tentativi di suicidio e sull’esperienza psicoanalitica: “Goliarda scriveva come leggeva, da lettrice, scriveva per i lettori più puri e lontani, con abbandono lucido e insieme passionale, affettuoso e sensuoso, attenta ai battiti cardiaci di un’opera, più che ai concetti e alle forme” ricorda suo marito nella prefazione intitolata Lunga marcia dell’Arte della gioia. Nella postfazione, invece, il traduttore e critico letterario, Domenico Scarpa, afferma: “Quando è al suo meglio la scrittura di Goliarda Sapienza è una tessitura priva di cuciture, un intreccio di fili che non si arriva a numerare, un vettore fluviale dove si possono cogliere le vene della corrente che si rilevano e rivoltano cambiando forma al pelo dell’acqua”.
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