cctm collettivo culturale tuttomondo Gianluca Nadalini Poesie nell’angolo
Ieri sera ti ho mandato una stellina.
Tu, un cuoricino.
Cavolo, che rimanga un segreto tra noi, a raccontarla sarebbe davvero imbarazzante.
Poi io, non soddisfatto, ho continuato con una faccina sorridente.
Tu, hai buttato una luna nel mezzo di queste simpatiche “emozioni”.
(L’italiano è una lingua meravigliosa).
“Per fortuna che eravamo soli e nessuno saprà mai di queste cose”.
Poi io, non contento ma contento, ti ho mandato un arcobaleno più cuoricino più foglia autunnale, che ci sta sempre bene, così, per lasciare un concetto di primavera lontana.
Vabbè, non era molto azzeccata l’idea di una foglia, però boh? A me piaceva.
Tu, mi hai mandato un’altra faccia sorridente e due cuori rosa che ballano, tipo balletto, non saprei, hanno quelle virgolette strane, tipo parentesi, tipo movimento, insomma vibrano o ballano che c””o ne so.
Pensa se ci scoprono, sarebbe inutile raccontare qualsiasi colpa a nostra discolpa.
Due labbra, io.
Poi tu, una faccina arrossata.
Una nota musicale, io.
Tu un tramonto, un fiore, manina che saluta, labbra.
Una gara piacevole di cose stupide che piacciono.
“Perché scusa? Dai che tanto lo fanno tutti, però è meglio non dirlo. Sai che figura?”
Tu mi hai scritto spiazzandomi, buonanotte a domani.
(Tipo benservito)
Io, pensando di “vincere” ti ho scritto buonanotte con “Zzz” e due che si tengono la mano.
Tu, “Zzz” e due che si baciano.
Alla fine partita conclusa in parità.
Ci siamo baciati molte volte, molti saluti, faccine neanche a contarle.
Insomma, meglio non pubblicizzare queste nostre conversazioni emozionali tecnologiche e rimandare tutto al nostro prossimo approssimativo incontro.
“Live” senza pigiare niente sui tasti, ma molto su di noi.
Gianluca Nadalini
da Poesie nell’angolo
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illustrazione: Danielle Kerese
Gianluca Nadalini detto Nadalo, nasce a Bologna troppi o pochi anni fa.
Da sempre scrive poesie ispirandosi alla sua città e alle vicende di tutti i giorni.
Ogni tanto dipinge, ogni tanto fotografa e ogni tanto resta in disparte a mangiare noccioline cercando di raccontare qualcosa prima di tutto a se stesso.
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