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Gerhard Richter (Germania)

29/06/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Gerhard Richter (Germania)

Gerhard Richter (Dresda, 1932) è considerato, con George Baselitz, Anselm Kiefer e Sigmar Polke, una delle figure chiave della pittura tedesca contemporanea.

Pur prediligendo la pittura a olio, sperimenta tecniche diverse, utilizzando specchi e fotografie come supporti per dipingere, realizzando installazioni tridimensionali con materiali vari, oscillando con assoluta libertà tra figurativo e astratto.

Attraverso questa varietà di approcci e la produzione di serie pittoriche, Richter indaga le circostanze della rappresentazione e le modalità della percezione contemporanea, riflettendo in particolare sul rapporto tra fotografia e pittura.
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opera: Gerhard Richter, Kleine Sekretärin, Piccola segretaria, 1965 olio su tela – collezione privata

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Dopo aver lasciato la scuola a sedici anni per lavorare come praticante nel campo della Pubblicita’, riprende gli studi all’Accademia d’Arte di Dresda dove realizza un murale nel refettorio dal titolo “La comunione con Picasso” (1955); i suoi insegnanti sono stati Karl von Appen, Ulrich Lohmar e Will Grohmann

Dal 1957 al 1961 Richter è impiegato come insegnante nell’Accademia ed in questo periodo il suo stile pittorico resta legato alla pittura di partito e realizza un affresco che copre un’intera parete, dal titolo “Arbeiterkampf” (Lotta del lavoratore), oltre a numerosi autoritratti e ritratti ad olio.

Qualche mese prima della costruzione del muro di Berlino (1961) lui e la moglie fuggono a Dà¼sseldorf in Germania Ovest dove scopre l’Espressionismo Astratto e le tendenze dell’Avanguardia, stringendo amicizia con altri artisti della sua generazione.

Nel 1962 Gerhard Richter comincia ad usare le fotografie di paesaggi, ritratti e nature morte come base per i suoi dipinti da completare con il colore, con l’intento di far interagire l’astrazione fotografica e la fisicità pittorica.

Insieme a Sigmar Polke e Fischer-Lueg, Richter forma un gruppo chiamato “dei Realisti Capitalisti” che realizza opere satiriche partendo da supporti di natura giornalistica.

Verso la fine degli anni sessanta Gerhard Richter inizia la sua fase “Costruttivista” lavorando in modo più manuale, creando tavole a colori, vetri e specchi, opere come “Carte di Colore”, “Inpaintings”, “Quadri Gray” e “Quarantotto Ritratti “.

Poi passa alla fase “Astratta”, caratterizzata dapprima da colori fluidi, poi da grafici a colori, strutturati in modo che ognuno di loro sia caricato di particolari significati, nei quali non hanno spazio le immagini, ma hanno valore gli esperimenti nella pennellata e nell’applicazione della vernice.

Dal 1971, diventato professore di ruolo all’Art Academy di Dà¼sseldorf, Gerhard Richter evolve il suo stile verso una pittura sobria in bianco e nero che richiama la Corrente Minimalista, per passare dopo un decennio a dipinti su tela con colori brillanti, ma con un disegno preciso in controcorrente con i lavori dei neo-espressionisti allora in voga.

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