cctm collettivo culturale tuttomondo Franco Battiato
Franco Battiato , Segnali di vita, 1981
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Il tempo cambia molte cose nella vita
il senso le amicizie le opinioni
che voglia di cambiare che c’è in me
si sente il bisogno di una propria evoluzione
sganciata dalle regole comuni
da questa falsa personalità.
Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire
le luci fanno ricordare
le meccaniche celesti.
Rumori che fanno sottofondo per le stelle
lo spazio cosmico si sta ingrandendo
e le galassie si allontanano
ti accorgi di come vola bassa la mia mente?
È colpa dei pensieri associativi
se non riesco a stare adesso qui.
Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire…
Franco Battiato , Segnali di vita, 1981, dall’album “La voce del padrone”(EMI)
Musica di G.Pio & F.Battiato, Testo di F.Battiato
Franco Battiato , Segnali di vita, 1981, dall’album “La voce del padrone”(EMI)
Album che supera ogni record di popolarità e vendita, tanto da essere il primo italiano a superare il milione di copie, La Voce Del Padrone è anche la miglior risposta qualitativa alla cecità di chi degli anni 80 ha il ricordo di decennio vanesio e superficiale.
Ma il suo formidabile successo si spiega anche con la straordinaria portata dei singoli che sono le frecce di questa altrettanto straordinaria faretra.
Si parte con le atmosfere da campi elisi di Summer On A Solitary Beach, anatema di una fuga della città verso paradisi di spiagge solitarie, sottolineate da un ritornello che ti si infila delicatamente in testa senza mai venirne fuori, un cantato soffuso quasi sussurrato e un ritmo irresistibile, per poi proseguire con l’assalto che non risparmia nessuno di Bandiera Bianca al grido di “per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare/ quei programmi demenziali con tribune elettorali” e il controcanto col megafono che scandisce quello che è ormai assunto a inno del nichilismo sbeffeggiante all’impegno politico e alla società contemporanea, mentre dal punto di vista strettamente musicale possiamo notare una perfetta sincronia col brano che lo precede, anche se qui il ritmo si fa più sincopato e il cantato più ossessivo e incessante, appena decelerato dal finale coi famosi “minima moralia” e la citazione di The End dei Doors … di Luca Mangogna