cctm collettivo culturale tuttomondo Francis Ponge (Francia)
di Francis Ponge (Montpellier, 1899 –Le Bar-sur-Loup, 1988)
La bellezza dei fiori che appassiscono: i petali si torcono come sotto l’effetto del fuoco: del resto è di questo che si tratta: di una disidratazione. Si torcono per lasciar intravedere i semi ai quali decidono di dare una chance, il campo libero.
È allora che la natura si presenta davanti al fiore, lo costringe ad aprirsi, ad allargarsi; questo si raggrinza, si torce, indietreggia, e lascia trionfare il seme che esce da se stesso, che lo aveva preparato.
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da Il partito preso delle cose, Einaudi, 1979
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de Francis Ponge (Montpellier, 1899 –Le Bar-sur-Loup, 1988)
La beauté des fleurs qui fanent : les pétales se tordent comme sous l’action du feu : c’est bien cela d’ailleurs : une déshydratation. Se tordent pour laisser apercevoir les graines à qui ils décident de donner leur chance, le champ libre.
C’est alors que la nature se présente face à la fleur, la force à s’ouvrir, à s’écarter : elle se crispe, se tord, elle recule, et laisse triompher la graine qui sort d’elle qui l’avait préparée.
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du Le parti pris des choses, Gallimard, 1942
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immagine dal web
trad. it. Jacqueline Risset
Francis Ponge (Montpellier, 1899 –Le Bar-sur-Loup, 1988) è stato un poeta francese.
Alla sua prima raccolta di versi e prose, Dodici piccoli scritti (Douze petits écrits, 1926), seguirono Il partito preso delle cose (Le parti pris des choses, 1942), forse la sua opera più nota, e Cristalli naturali (Des cristaux naturels, 1950), opere poi riunite nel volume La grande raccolta (Le grand recueil, 1961), seguito da una Nuova raccolta (Nouveau recueil, 1967).
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Il progetto, quindi, è di scrivere un nuovo De natura rerum, o piuttosto un nuovo De varietate rerum il cui metodo viene così enunciato: «Il miglior partito è di considerare ogni cosa del tutto sconosciuta, e di passeggiare o di sdraiarsi nel sottobosco o sull’erba, e di riprendere tutto dall’inizio». Una fenomenologia poetica, certo, ma una fenomenologia materialista, non esistenzialista, per la disperazione di Sartre. L’opera di Ponge produce ciò che si può chiamare: «allegria materialista» – contatto rinnovato, rinnovante, con l’esterno, con le «choses» della «natura» e del mondo.
Jacqueline Risset