collettivo culturale tuttomondo Francesco Nonni, Andalusa, 1923-1925
Francesco Nonni (Faenza, 1885 – 1976) è stato un incisore, pittore e ceramista italiano.
La ceramica fu al centro dell’attività creativa di Nonni soprattutto a partire dal 1923, anno in cui entrò in contatto con il pittore e incisore marchigiano Anselmo Bucci, direttore di uno studio d’arte di Faenza.
Le sue Damine e i suoi Pierrot e Danzatori policromi contribuirono a consolidare la sua fama di raffinato interprete dell’ Art déco.
Dagli anni trenta in poi gradualmente abbandona la sua produzione ceramica dedicandosi in prevalenza alla pittura a olio e, successivamente, all’ intarsio su avorio.
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opera: Francesco_Nonni, Andalusa, 1923-1925
Raffinato interprete dell’art decò, Francesco Nonni comincia molto presto a lavorare come intagliatore presso l’Ebanisteria Castellini. Frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri di Antonio Berti, dove conosce Domenico Baccarini ed entra a far parte del suo circolo. Si occupa di xilografia, realizzando illustrazioni per libri e riviste. Partecipa con opere grafiche all’Esposizione del Sempione a Milano nel 1906 e alle Biennali veneziane del 1910, 1912 e 1914. Frequenta la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Firenze, e nel 1915 inizia a insegnare plastica presso la scuola di Faenza. Durante la guerra viene internato in un campo di prigionia da cui fa ritorno alla fine del conflitto. Nel 1919 comincia a modellare plastiche che si traducono in ceramiche in piccola serie nella fornace “La Faïence” di Paolo Zoli e Pietro Melandri.
Le opere più rappresentative dei primi anni di produzione sono le damine in abiti settecenteschi, modellate con ampie ed enfatizzate gonne schiacciate in rapporto ai piccoli busti e alle fattezze bamboleggianti, che occultano in forme figurate contenitori per profumi, ciprie, gioielli o dolci. In altri casi, le sculture vengono applicate su basi di più grandi dimensioni, contenenti recipienti con coperchio che permettono di trasformare la scultura in calamaio.
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