centro cultural tina modotti Francesca Pachetti – La Raccontadina
– Si è rotto
– Cosa?
– Qualcosa
– …
– Ieri era tutto come sempre e oggi no, oggi si è rotto
– Ma cosa?
– Qualcosa di dentro, di pancia, di pensiero, qualcosa che mi riguarda ma non so quale sia di preciso la sua parte
– Cosa è successo?
– Niente di particolare, è solo che avevo alcune certezze e oggi sono uscite, capisci, cadute, sono stata pure sciocca a pensare che…
– Che?
– Che alcuni punti fossero fermi, ma fermi fermissimi
– Quindi in realtà non si è rotto niente
– Come no, certo che si è rotto qualcosa, qualcosa che pensavo e ora non penso più, è tutto il giorno che provo a rimettere insieme gli incastri a ricostruirlo, era un qualcosa di certo per me, era importante che restasse così
– Ci sei riuscita?
– Ad aggiustarlo?
– Sì
– No
– Allora vedi, non si è rotto niente, sei uscita da un’altra pelle, stai facendo la muta
– Ma quella di prima mi piaceva
– O forse ti rassicurava
– …
– Comunque, cosa devo fare ora?
– Si può fare poco: stare a cuore nudo e a paura aperta, a lacrime appese e a pugni dismessi, così restare
– E poi?
– E poi un giorno avrai la pelle nuova e vedrai, ti piacerà
– Quindi non si è rotto niente?
– No, è finita una parte e ne inizia un’altra
– Ho paura
– Shhhh
– Va bene, shhhh.
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Francesca Pachetti da La Raccontadina. Racconti a passo di vanga, ed. Pentagora, 2019
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foto dal web
“In questo periodo, con l’uscita del libro, è aumentata la notorietà, sempre più persone mi stanno cercando, richiedono presentazioni del libro, mi fanno un sacco di complimenti per quello che scrivo. Questa cosa mi imbarazza molto, perché è come se mi aveste scoperto, io che tendo a rimanere nascosta. È come se aveste scoperto il mio vento freddo, perché comunque dietro e dentro di me c’è sempre questo vento freddo, il vento freddo che arriva da Nord, quello che cerco di contrastare, o meglio: cerco di riscaldarmi con le mie parole, cerco di accendere piccoli fuocherelli in modo da non morire di freddo. Quando mi dite “brava”, quando mi dite “ti ho scoperto” io mi sento un po’… così. Perché se apprezzate quello che scrivo vuol dire che avete visto il vento freddo e allo stesso tempo riuscite a vedere anche i piccoli fuochi che accendo quotidianamente. Il vento non smette mai di soffiare e quindi devo accenderli ogni giorno, per questo mi è necessario scrivere quasi quotidianamente”.
Francesca Pachetti