collettivo culturale tuttomondo franca helg (Italia)
Franca Helg (Milano, 1920 – Milano, 1989) è stata una designer e architetto italiano.
Nata a Milano da padre svizzero e da madre originaria della Germania del nord (che si chiamava Alice Ahrens), Franca Helg, ancora studentessa, completa la propria formazione di architetto nello studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers), dove impara a conoscere e ad applicare l’etica, la poetica e il linguaggio del razionalismo, cui resterà fedele per tutta la propria carriera.
Nel 1952, sette anni dopo la laurea, inizia a lavorare nello studio di Franco Albini, dando vita a quello straordinario sodalizio da cui sortiranno edifici, musei, allestimenti e oggetti entrati a far parte della storia dell’architettura e del design.
Tra i loro lavori più importanti, La Rinascente di piazza Fiume a Roma (1957), il negozio Olivetti a Parigi (1958), il completamento del museo della chiesa di Sant’Agostino a Genova (1956-1986), il quartiere di Piccapietra a Genova (1964), l’arredo della Metropolitana 1 (premio Compasso d’oro 1964) e 2 di Milano, le Terme Luigi Zoja di Salsomaggiore (1964-1970), il Museo degli Eremitani a Padova (1969-1970)
Temuta dai capicantiere, amata dagli operai, rispettata dai suoi allievi, era un’abile designer e una formidabile organizzatrice
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foto: Franco Albini e Franca Helg – Compasso d’Oro Metro Milano Rossa, 1964
«Lei era così: discreta, sobria nella parola e nello sguardo; il suo portamento era deciso, il portamento di una persona che anticipa il passo con lo sguardo, l’udito e l’olfatto. E così mi sembra era solita procedere nel suo lavoro […] Penso che considerarla “la Gran Dama dell’architettura” non sia una conseguenza dell’affetto che provo per lei, bensì del potente e nobile soffio con il quale portava avanti il suo lavoro -professionale e sapiente- che rimane, come alito, nella memoria di tutti noi.» Vélez Catrain, 2006
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Franca Helg (italia)
foto: Franco Albini e Franca Helg – Compasso d’Oro Metro Milano Rossa, 1964