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Elisa Ruotolo (Italia)

08/04/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Elisa Ruotolo (Italia)

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da Corpo di pane, nottetempo, 2019

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foto:  Patrizia Impagnatiello

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Elisa Ruotolo è nata nel 1975 a Santa Maria a Vico (CE).

Insegna Italiano e storia in una scuola superiore. Ha esordito per nottetempo nel 2010, con la raccolta. Ho rubato la pioggia (vincitrice del Premio Renato Fucini e finalista al Premio Carlo Cocito; tradotto in America e in Francia). Nel 2014, ancora per le edizioni nottetempo, esce il suo primo romanzo. Ovunque, proteggici (Selezione Premio Strega 2014 e finalista al Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane). Ha pubblicato racconti su varie riviste tra cui Nuovi Argomenti e The FLR. Ultima pubblicazione in prosa (aprile 2018) il volume intitolato: Una grazia di cui disfarsi. Antonia Pozzi, il dono della vita alle parole (edizioni RueBallu). Nel 2019, per Interno Poesia, ha curato il volume Mia vita cara. Cento poesie d’amore e silenzio di Antonia Pozzi e, con l’editore nottetempo, la raccolta Corpo di pane (tradotta in spagnolo dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid).
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cctm.website

a cura di Giorgio Galli

Da tempo dico che la migliore poesia italiana degli ultimi anni è scritta da donne. È una poesia lontanissima dagli stereotipi sulla “scrittura femminile” e caratterizzata da una precisione di linguaggio che ha il suo antecedente illustre in Emily Dickinson.

Un esempio di questa scrittura è Corpo di pane di Elisa Ruotolo (nottetempo, 2019). Si apre questo piccolo libro e fin dalle prime righe se ne viene travolti: “Usatelo bene, il vostro dolore / ché non diventi mercanzia / né attiri corvi al pasto della pietà”. Dove troviamo un incipit così potente? Lo troviamo, ad esempio, nell’ultimo romanzo della stessa Ruotolo, Quel luogo a me proibito (Feltrinelli, 2021), che inizia con questa frase memorabile: “Tutto è cominciato prima di me”. Il che vale a dire che c’è una perfetta coerenza fra la Ruotolo autrice di poesie e la Ruotolo narratrice, che il suo mondo espressivo si presenta rocciosamente compatto.

Cosa resta, della lettura di questo libro?

Direi la sensazione di un biancore accecante, di una lingua che illumina una zona oscura per definizione, quella della psiche, provocando nel lettore una reazione perturbata di fascino e di panico. Priva di tecnicismi, spoglia -in apparenza- di qualsiasi armamentario retorico e ricca però di invenzioni metaforiche, la lingua di Elisa Ruotolo si dona al lettore come un corpo sacrificale. Ciò che l’autrice mette in scena è, senza alcun tentativo di mascheramento, la propria interiorità. Si mette a nudo con una singolare crudeltà Elisa Ruotolo, arrivando a definire il giorno della propria nascita “un errore anagrafico” e procedendo di errore in errore fino a “l’errore nella preghiera che fa sorridere Dio” -altra invenzione memorabile …

 
 

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Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e qu Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra.
Elio Vittorini

[Conversazione in Sicilia]

dipinto Renato Guttuso
Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https:/ Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https://cctm.website/doris-bellomusto-cosa-so-dellamore/
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Non ho mai capito dove finisce l’amore che non u Non ho mai capito dove finisce
l’amore che non usi.
Vorrei, da brava massaia,
usarne gli avanzi per le polpette, concimarci le piante … https://cctm.website/stella-poli-italia/
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Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.

Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla.

Martin Heidegger

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Non sono solitario, le dissi. E stavo per aggiung Non sono solitario, le dissi. 
E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso.

Stefano Benni

foto Kento Izumi‎
Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'atte Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'attesa, la verità. 
Non si può vedere il tuo nome chiuso nella mia gola, il tuo “sì” nel mio sangue, la sete e la fame che ora chiedono solo di te, e il nodo che mi hai stretto alle viscere, e l'affanno di non saperti seguire, se non con il mio passo lento, che esiste solo in funzione del tuo, che sa solo la strada che vedi tu. 

L'acqua che nutre non resta in superficie. E' invisibile.

Luciana Manco

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ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerla nel pieno della tua giovinezza ... https://cctm.website/andrea-camilleri-lettera-a-matilda/
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🍁🍂 🍁🍂
Qual è la parola per dire che non si hanno più s Qual è la parola per dire che non si hanno più sentimenti
negativi verso chi ti ha ferito?
Perdono, mi hanno risposto. Ma io volevo, al contrario, parlare
del rancore.
Questo è stato l’inizio e può valere come esempio.
Ogni giorno c’è una parola nuova di cui non ricordo il senso
e il cui suono tintinna un motivo percepito a brani
familiare una volta, ora perduto.
La sua luce abituale cade. Di colpo non importa,
provo rancore, perdono chi prova rancore, mi perdono?
C’è un alfabeto incomprensibile, un linguaggio dimenticato.
I nomi ruotano privi della loro materia fin dal mattino.
Come chiamare la stoffa bianca che il vento muove davanti
alla vetrata?
Tenda, tende. Il riso mi si annida in gola.
Lei, cioè io, tende a cosa?
Qui so rispondere: tendo alla terza persona
alla grazia sperimentata una volta sola
di un dolore sdoppiato e spinto fuori
poi fissato, ascoltato perfino nello scroscio delle lacrime
ma da un’altra me stessa
capace di lasciare la sua vecchia pelle sulla terra.

Antonella Anedda 

 foto © Nini Kubaneishvili
Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi s Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 

Emil Cioran
foto Saul Leiter
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna di Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna distrarsi.

Albert Camus

foto keristi  k
di Maya Angelou Ho imparato che qualsiasi cosa a di Maya Angelou 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e il domani sarà  migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.
Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.
Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.
Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.
Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
Ho imparato che le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
Ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

illustrazione Ofra Amit
Carezze, ecco. Io se fossi una mano sognerei care Carezze, ecco. 
Io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni

Foto: Laura Makabresku
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