cctm collettivo culturale tuttomondo Catherine Black Bella
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Non ho mai pensato di esser bella.
E non mi è mai importato più di tanto, a dire la verità. Penso di avere cose più prioritarie da sistemare, sotto la pelle – e penso che se riuscissi mai a sistemarle forse potrei anche rischiare di essere felice, prima o poi. Mentre, senza di quelli, non me ne farei nulla se anche avessi un corpo perfetto ed un viso angelico.
Però quando mi guardavi così mi sembrava di esserlo.
Bella, dico.
E, tutto d’un tratto, mi sembrava la cosa più importante.
Non essere bella, ma che tu mi vedessi tale.
Catherine Black
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foto: Sandro Mori, Aurora – fair use
Mi chiamo Catherine… No, non è vero. In realtà non mi chiamo Catherine.
Catherine “Cat” Black è il mio pseudonimo – il mio nome de plume, per dirla in termini un po’ vintage. Se vogliamo, Catherine è una maschera – ma, come molte maschere, serve per farmi riuscire ad essere me stessa, per potermi esprimere in libertà. Cat è un alter-ego, che rispecchia nel nome del mio blog: il Gatto Nero, che guarda la Luna, che sogna di notte quello che di giorno non c’è. Il Gatto Nero e la Luna sono, da sempre, simboli forti per me: simboli della mia interiorità, dell’introspezione riflessiva, di solitudini e malinconie agrodolci – e del loro cono d’ombra che rivela profondità inattese, palpiti potenti, contraddizioni intense.
Credo nel potere delle parole. Nel potere espressivo delle parole. Nel potere salvifico, terapeutico delle parole. Nel bisogno di buttare fuori delle parole, di trasformare in qualcosa di concreto, forse di bello, che nasce da un po’ di confusione, da un po’ di delusione. Ma sa ritrasformarsi – e donarsi un significato (by Catherine Black)
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