cctm collettivo culturale tuttomondo Anna Achmatova Oggi ho da fare molte cose
E sul mio petto ancora vivo
piombò la parola di pietra.
Non fa nulla, vi ero pronta,
in qualche modo ne verrò a capo.
Oggi ho da fare molte cose:
occorre sino in fondo uccidere la memoria,
occorre che l’anima impietrisca,
occorre imparare di nuovo a vivere.
Se no… Oltre la finestra
l’ardente fremito dell’estate, come una festa.
Da tempo lo presentivo:
un giorno radioso e la casa deserta.
Anna Achmatova
da Requiem, in La corsa del tempo, Einaudi, 1992
dipinto: Erwin Olaf
traduzione: Michele Colucci
Anna Andréevna Achmátova (Bol’soj Fontan, 1889 – Mosca, 1966) è stata una poetessa russa, considerata tra le maggiori del secolo in lingua russa.
Compose la prima opera, La sera, nel 1912, alla quale seguì Il rosario nel 1914. Lo stormo bianco (1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI (1922) sono raccolte di versi ispirate dall’esperienza biografica. Dopo la fucilazione del marito nel 1921, seguì una lunga pausa, che ruppe nel 1940 con Il salice e Da sei libri. Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane. Espulsa dall’Unione degli Scrittori Sovietici nel 1946 con l’accusa di estetismo e di disimpegno politico, riuscì tuttavia ad essere riabilitata nel 1955, pubblicando nel 1962 un’opera alla quale lavorava già dal 1942, il Poema senza eroe.
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