cctm collettivo culturale tuttomondo Angeles Mastretta la zia Clemencia
Lui se la vide venire incontro ed ebbe l’impulso di baciare la terra che calpestava quella dea d’armonia in cui si era trasformata quella Clemencia trentanovenne. Se la vide venire incontro e avrebbe voluto scomparire, sentendosi brutto e invecchiato. Clemencia avvertì il suo turbamento, lo compatì per la sua pancia, per la sua calvizie incipiente, per le borse che cominciavano a crescergli sotto gli occhi, per la smorfia di tedio stampata sul suo viso. «Siamo diventati vecchi», gli disse, includendo anche se stessa nel disastro per lenire l’angoscia di lui. «Non merito la tua pietà. Sono stato uno stupido e mi si vede in tutto il corpo». «Io non ti amavo per la tua intelligenza», disse la zia Clemencia con un sorriso.
«Però smettesti di amarmi per la mia idiozia», disse lui. «Io non ho mai smesso di amarti», disse la zia Clemencia. «Non mi piacciono gli sprechi. Tanto meno lo spreco di sentimenti».
Angeles Mastretta
da Donne dagli occhi grandi, Giunti, 1985
foto: Jan Reich, Boulevard des Capucines , 1970 – fair use
Ángeles Mastretta (Puebla, 1949) ha aperto la sua brillante carriera come giornalista.
Negli anni Ottanta, con il romanzo Strappami la vita, si è affermata come scrittrice di narrativa prima sulla scena messicana e ben presto su quella mondiale. L’apprezzamento della critica, i premi letterari e l’adesione del pubblico sono stati riconfermati dal grande successo internazionale di Donne dagli occhi grandi, seguito dal romanzo Male d’amore e da alcune raccolte di racconti e riflessioni: Puerto Libre, Il cielo dei leoni, Mariti. Nel 2013 è uscito con altrettanto successo il romanzo autobiografico L’emozione delle cose.
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