collettivo culturale tuttomondo Aldo Busi poesia
Conosco dell’ amore solo i lati peggiori
il distacco da un incontro mai stato
A volte penso
di essere un sogno
che qualcuno si è dimenticato di fare,
il sogno nel cassetto
aperto nel momento sbagliato,
il dormiveglia di una dalia d’inverno
che lascia i suoi petali
alla brina che l’uccide.
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Aldo Busi
da L’ amore trasparente, 1997 – Mondadori
foto dal web
“Sono lo Scrittore, e adesso, con questa raccolta di testi per eventuali canzoni, non voglio rischiare di essere tacciato anche di ‘scrittore e poeta’ .
Siccome nella vita non bisogna mai accontentarsi di poco, non ho inteso con questi testi consegnare poesie al mondo, bensì fornire canzonette al mercato” scrive Aldo Busi nell’ introduzione a “L’ amore trasparente”, raccolta di testi che l’ autore definisce “canzoniere”.
“Sono rimasto folgorato dalla lettura di Seminario sulla gioventù e da allora ho maturato una vera e propria devozione nei confronti di Aldo” racconta Omar Pedrini, leader dei Timoria. “Il primo incontro risale al 1997, quando Busi era al festival di Sanremo come inviato di un quotidiano. Quando fu insultato da Mike Bongiorno durante una conferenza stampa mi sono sentito ferito e ho espresso pubblicamente la nostra solidarietà. In quell’ occasione siamo stati contattati da Edoardo Lomuio, il suo agente che ci ha messo a disposizione quattro testi della raccolta L’ amore trasparente. Il primo, Solitudini etero, lo abbiamo adattato a un rap; il secondo, L’ amore è un drago dormiente, è invece una tipica ballata alla Timoria; il terzo, Voglio stare a casa mia, è una ninna nanna per bambini per la quale vorremmo chiedere la collaborazione dello Zecchino d’ oro; il quarto, Puttana cattolica credente per noi è un enigma: il testo è troppo duro, l’ unico che potrebbe cantarla è Vasco Rossi” racconta Pedrini che aggiunge: “Aldo non è un fan del rock, siamo noi i suoi fan”. )
Il commento di Busi all’ ascolto di Solitudini etero è solo l’ inizio di una fluviatile variazione sul tema.
“Lo trovo impenetrabile, anche se il brutto suono diventa bel suono in quel livello emozionale che ti trascina in un Nirvana fonetico. Non mi riconosco nella versione dei Timoria perché hanno tagliato la parte finale che è quella essenziale. Per Solitudini etero avevo pensato a un brano disco-dance cantato da Tina Turner, ritrovarsi con questa musica è un bel cortocircuito psichico” spiega.
E poi racconta: “Avevo scritto L’ amore è un drago trasparente per Loredana Berté: l’ avevo vista a Sanremo e mi aveva fatto pena. Ora so che questa canzone è stata depositata da una Maria sconosciuta. Io invece pensavo che fosse adatta a Patti Labelle”.
Ricordare a Busi che nella storia del rapporto tra poesia e canzone esistono precedenti illustri vuol dire offrire un assist perfetto alla sua tagliente ironia. “I precedenti non mi interessano: detesto le canzoni parlate. Quello che conta è chi canta cosa. Tina Turner che canta per tre minuti una banalità come I Want You è un capolavoro, se qualcuno canta male Ne me quitte pas fa un inno alla banalità. Nelle cose effimere conta chi le fa, chi riesce a essere grande anche da vecchio. L’ artista deve saper sfidare il ridicolo. Per questo Edith Piaf è la più grande cantante del secolo. La canzone è nobile nella sua volgarità, se la vuoi nobilitare diventa volgare. E’ la ragione per cui preferisco Nilla Pizzi a Battiato, Orietta Berti a Dalla e De Gregori. La Pizzi e la Berti sono nate così come sono adesso, Dalla e Paoli sono inguardabili: la corporeità è un’ intenzione che si ottiene lottando”.
Busi racconta di aver avuto “uno scambio di telefonate con Mina: qualcuno però deve averle detto che io volevo intervistarla e allora non se n’ è fatto più nulla”. I Timoria invece hanno chiesto a Busi di partecipare ad alcuni concerti: “Non sono fatto per stare in una band, sono già un’ orchestra da solo” è la sua risposta. Il progetto di Pedrini e compagni è di far uscire i quattro brani in un mini-cd natalizio, possibilmente con una foto di copertina con i Timoria e Busi vestiti da Babbo Natale. Busi invece coltiva un progetto del tutto diverso. “Mi piacerebbe vedere Paoli Poli travestito da bambina che canta allo Zecchino d’ Oro Voglio stare a casa mia diretto dalla maestra di canto”. (by Paolo Biamonte da La Repubblica 21 ottobre 1997)
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