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Cesare Pavese Dove sei tu luce

11/07/2025 By carlaita

cctm collettivo culturale tuttomondo Cesare Pavese Dove sei tu luce

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
E’ buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

Cesare Pavese

da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, 1951

Cesare Pavese Dove sei tu luce Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, 1951 cctm a noi piace leggere poesia

foto: Pexel -fair use

bluesky

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908-Torino 1950) è stato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo dopoguerra.

È stato anche, con Fernanda Pivano, il principale traduttore di romanzi americani moderni in italiano. Grazie a lui giunsero in Italia i testi di Melville, Dos Passos, Steinbeck e Stein.

Nel 1930 si laureò in Lettere con una tesi sulla poetica di Whitman e pubblicò il libro “I mari del sud”. Nel giro di pochi anni, Pavese si trovò impegnato nella docenza, nell’editoria con il gruppo Einaudi e nella scrittura. Nel 1936, uscirono le innovative liriche di “Lavorare stanca”. Versi lunghi, quasi prosaici e dal ritmo anapestico, stravolsero la tradizione italiana.

Durante il regime, fu costretto a prendere la tessera del partito fascista per proseguire la sua attività di insegnamento. Fu comunque incarcerato e costretto al confino. L’esperienza di questi anni fu descritta nel suo primo romanzo: “Il carcere”.

Fu con “Paesi tuoi”, uscito nel 1941, che rivoluzionò la prosa italiana. Il tema e il linguaggio crudo, quasi violento, e dalle forti sfumature dialettali sancirono uno strappo con la precedente tradizione letteraria. L’opera assomigliava alla scrittura semplice e asciutta dei romanzi americani novecenteschi.

Durante gli anni della guerra, Pavese si avvicinò al partito comunista e iniziò a collaborare con «L’Unità».

Tra il 1945 e il 1949 pubblicò “Feria d’agosto”, “Dialoghi con Leucò”, “La casa in collina”, “Il diavolo sulle colline” e il suo ultimo romanzo “La luna e i falò”. Nel 1950 vinse il Premio Strega con il romanzo: “La bella estate”. Il testo è un trittico composto da tre brevi racconti, pubblicati o stesi durante gli anni quaranta.

Profondamente ferito dal fallimento delle proprie relazioni sentimentali, fra cui quelle con Fernanda Pivano, con Bianca Garufi (con la quale scrive a capitoli alterni “Fuoco grande”, postumo, 1959) e quella, decisiva, con l’attrice americana Constance Dowling, cui dedica l’ultimo volume di versi, il postumo “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (1951), si toglie la vita.

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