centro cultural tina modotti Luciana Reif
Romance di Luciana Reif (Argentina, 1990)
Conversammo una volta sola dieci anni fa
però questa chiacchierata ancora dura
come chi fa l’amore, dove tutti gli incontri
sono un prolungamento del primo
così sono le nostre chiacchierate, ci troviamo a prendere un caffè,
a bere un paio di bicchieri di vino, e d’improvviso
le nostre lingue ci sfuggono
si sfiancano nel gioco del parlottare
e ogni tanto fanno una pausa,
quando stanno per salutarsi,
per chiudere il dialogare, per chiudere il cerchio che spiega e anticipa
la prossima conversazione, si pentono,
indietreggiano spaventate, si rifugiano nel guscio della gola
e si sottomettono all’inverno delle lingue
aspettano caute, sciolgono le parole
le leccano come fossero la carne
dell’altra lingua
amata
si preparano per la prossima chiacchierata
che per loro non è un’altra ma la stessa, la grande chiacchierata delle lingue,
quando torniamo ad incontrarci e cerco di prenderti la mano
il mio palato non riesce a trattenere la prigioniera,
scorge la punta dell’altra e riprendono il gioco,
straboccano in un ballo senza posa, stillano la danza
mai si toccano e nemmeno si sfiorano
come se i fonemi scapassero dalle loro punte
corressero frettolosi all’incontro
per abbracciarsi e amarsi nell’aria
e questo bastasse per lasciarci soddisfatti.
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Romance de Luciana Reif (Argentina, 1990)
Conversamos solo una vez hace diez años
pero esa charla todavía perdura
como quien hace el amor, siendo todos los encuentros
una continua prolongación del primero
así son nuestras charlas, nos encontramos a tomar un café,
a beber dos copas de vino, y de un momento a otro
nuestras lenguas se desentienden de los dos
se agotan en el juego del parloteo
y cada tanto hacen pausa,
cuando están a punto de despedirse, de cerrar
el diálogo, de coser el círculo que explica y previene
la próxima conversación, se arrepienten,
retroceden espantadas, se refugian en el caparazón de la garganta
y se someten al invierno de las lenguas
aguardan cautelosas, deshilvanan las palabras
las lamen como si fueran, carne de la otra
lengua amada
se preparan para la siguiente charla
que para ellas no es otra sino la misma, la gran charla de las lenguas,
cuando nos volvemos a encontrar y te intento agarrar la mano
mi paladar no logra contener a la prisionera,
vislumbra la punta de la otra y retoman el juego,
se desbordan en un baile continuo, transpiran la danza
nunca se tocan ni siquiera se raspan
como si los fonemas que escaparan por sus puntas
corrieran presurosos al encuentro
para abrazarse y amarse en el aire
y eso bastara para dejarnos satisfechos
Traduzione: Centro Cultural Tina Modotti
Photo by Craig Whitehead on Unsplash