centro cultural tina modotti Chavela Vargas (México)
Chavela Vargas, Tu Me Acostumbraste, 2006
Tu me acostumbraste
A todas esas cosas
Y tu me enseñaste
Que son maravillosas
Sutil llegaste a mi
Como una tentación
Llenando de ansiedad
Mi corazón.
Yo no comprendia
Como se queria
En tu mundo raro
Y por ti aprendi
Por eso me pregunto
Al ver que me olvidaste
Por qué no me enseñaste
Como se vive sin ti?
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Chavela Vargas, Tu Me Acostumbraste, dalla colonna sonora del film Babel, 2006
Compositori: Gustavo Santaolalla
Chavela Vargas a 83 anni calcolava di aver bevuto più di 45 mila litri di tequila.
Lo raccontava come il dato meno interessante della sua vita. Vale la pena riassumerla un poco, per chi avesse voglia di entrare in una di quelle storie che gli americani definiscono larger than life.
Isabel Vargas Lizano nacque a San Joaquín de Flores, in Costa Rica, il 17 aprile 1919. “Sono nata così”, ha raccontato a El País. “Da quando ho aperto gli occhi sul mondo, non ho mai dormito con un uomo. Mai. Figurati la purezza, non ho niente di cui vergognarmi, i miei dei mi hanno fatta così”. Siccome sta parlando dell’essere lesbica all’inizio del novecento in un paese cattolico e tradizionalista, questo significa che passa l’adolescenza a schivare chi la considera stramba o malata o puttana, e spesso le tre cose insieme.
A diciassette anni trova rifugio a Città del Messico, che aveva trovato rifugio in una rivoluzione.
L’Europa si abbandona tra le braccia dei dittatori, in Messico viene destituito il generale Porfirio Díaz. Vargas canta agli angoli delle strade.
Registi come Sergej Ėjzenštejn e Luis Buñuel arrivano nel paese, attirati dalla rivoluzione di Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Vargas va in giro con pantaloni, poncho e pistola.
Lev Trockij è ospitato da Frida Khalo e Diego Rivera, che fanno alzare il muro di casa a Coyoacán per proteggerlo dai sicari di Stalin. Vargas incrocia alcuni degli scrittori messicani più importanti nelle pulquerie, stravolge i loro testi e gli ascoltatori, comincia a costruire il suo mito.
Circolano storielle che coinvolgono alcuni dei personaggi citati finora.
Vargas è l’amante di Frida Khalo, passa le notti con Lev Trockij, fa impazzire Ava Gadner. Va in giro con un’Alfa Romeo bianca che le ha regalato il presidente messicano Adolfo López Mateos. Canta alle feste di Grace Kelly ed Elisabeth Taylor, e ruba i mariti – o le mogli, a seconda di chi racconta.
“Negli anni sessanta me la ricordo al Cueva de Amparo Montes, un club frequentato da artisti underground nel centro di Città del Messico. Si vestiva di pelle nera, e si portava in giro su una motocicletta una bionda”, racconta il critico Tomás Ybarra-Frausto.
Canta di donne lasciate e uomini rotti e vite sfinite, di galere e letti, di amori svenevoli, di bar tequila e sbronze … continua a leggere su Internazionale
testo di Giuseppe Rizzo, giornalista di Internazionale