collettivo culturale tuttomondo Vittorio Sereni (Italia)
Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.
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Vittorio Sereni
Le mani, da Frontiera, Corrente, 1941
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foto: lo studio di Vittorio Sereni in via Paravia 37 a Milano
Vittorio Sereni (Luino, 1913 – Milano, 1983) è stato un poeta, scrittore e traduttore italiano.
Quando nel 1941 venne pubblicata l’opera Frontiera, la poesia di Vittorio Sereni fu subito paragonata sia a quella del modernismo minore, sotto l’influenza di Ungaretti e Quasimodo, sia alla poesia dell’ermetismo fiorentino, anche se ad un più attento esame la tonalità discorsiva-elegiaca faceva intravedere, fin da allora, sentimenti, oggetti e situazioni diversamente concreti.
La prigionia e la guerra avrebbero in seguito mutato il suo modo di vedere il mondo che stava diventando ai suoi occhi sempre più indecifrabile (Diario di Algeria) e la voce narrante che egli utilizza, insieme agli elementi lessicali arcaizzanti, serve spesso a distanziare la realtà mentre il ritmo che egli usa, fatto di modulazioni da una strofa all’altra, simboleggia la condizione del prigioniero che è molto simile a quella dello stato umano.
Uno dei libri più impegnativi fra quanti sono stati scritti nel trentennio successivo alla seconda guerra mondiale è certamente gli Strumenti umani.
È questa una raccolta di versi dove si descrivono scene di vita cittadina, di ritorno ai luoghi amati della prima giovinezza, di forti amori e affetti contrastanti.
Pur essendo lontana dalla forma politica, la poesia di Sereni è viva interprete di alcuni decenni della vita della borghesia italiana nel momento del trapasso alle forme dell’ultimo capitalismo … continua a leggere su Wikipedia
Vittorio Sereni poesia