collettivo culturale tuttomondo Umberto Saba Foglia
Umberto Saba, Foglia, 1942
Io sono come quella foglia – guarda –
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.
Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un’ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s’attarda.
Dimmi tu addio, che a me dirlo non riesce:
morire è facile,
perderti è difficile.
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Umberto Saba, Hoja, 1942
Yo soy como aquella hoja –mira—
en la desnuda rama, que un prodigio
mantiene unida aún.
Niégame pues. No se entristezca
la bella edad que en ansia te colora,
y por mí en brincos infantiles tarda.
Dime tú adiós, si decirlo no logra.
Morir es nada,
difícil es perderte.
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traduzione di Rodolfo Alonso
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Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), è stato un poeta, scrittore e aforista italiano.
La poesia di Saba è semplice e chiara. Nella forma adopera le parole dell’uso quotidiano e nei temi ritrae gli aspetti della vita quotidiana, anche i più umili e dimessi: luoghi, persone, paesaggi, animali, avvenimenti, Trieste con le sue strade, le partite di calcio ecc
I temi della sua poetica sono Trieste, la città natale, il mare come simbolo di fuga e di avventure spirituali, gli affetti personali e familiari (principalmente Lina, la moglie, e Linuccia, la figlia), le memorie dell’infanzia, il rapporto con la natura e le riflessioni sull’attualità … continua a leggere su Wikipedia
Io sono come quella foglia – guarda … Umberto Saba Foglia
Per mettere in luce le caratteristiche principali possiamo ricorrere a un testo teorico scritto dallo stesso triestino nel 1912 e intitolato “quello che resta da fare ai poeti“.
In queste pagine Saba dichiarava in modo lapidario che tipo di poesia dovesse essere scritta, cioè una poesia capace di esprimere con sincerità e senza esagerazioni la condizione esistenziale dell’uomo al fine di rappresentare la realtà quotidiana e non la realtà straordinaria.
Questa posizione porta con sé alcune importanti conseguenze, sia per il contenuto che la forma della poesia. Il poeta deve tendere al rispetto della propria anima, la poesia di Saba si presenta come un continuo scandaglio interiore, come una costante indagine della coscienza.
Da questo punto di vista appare importante ricordare il rapporto tra Saba e la psicoanalisi, così da rendere la poesia uno strumento di autochiarificazione, ossia capace di comprendere i traumi interiori, i dissidi che lacerano la personalità umana, e le origini delle proprie nevrosi. Saba presenta la realtà di tutti gli uomini e di tutti i giorni.
Nelle sue poesie presenta Trieste con i suoi caffè e le sue strade, e descrive personaggi umili e animali domestici. La semplicità e i legami con la realtà non devono far pensare a una poesia oggettiva, in quanto Saba ne riversa le sue inquietudini interiori.
Dal punto di vista formale Saba si presenta come un poeta conservatore, in quanto la poesia onesta richiede un linguaggio onesto capace di descrivere la realtà che viene presentata. Il linguaggio di Saba è familiare, preferisce strutture tradizionali rispetto al verso libero fiorito con il futurismo (fonte Wikipedia)