cctm collettivo culturale tuttomondo Patrizia Cavalli Settembre
Le tiepide mattine di settembre.
Sempre piú inconsistente, sempre piú.
Luce immobile e arresa di settembre.
Sembrerebbe l’amore, ma non c’è.
Settembre ancora, sí, proprio settembre.
Le passeggiate incerte molto lente.
Piove a settembre, e che sia per sempre.
Pioggia pietosa che chiude tutti a casa.
Patrizia Cavalli
da Il mio felice niente, Einaudi, 2024
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immagine: Patrizia Impagnatiello
Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1949 – Roma, 21 giugno 2022) è stata una poetessa e scrittrice italiana, una delle voci più conosciute e amate della poesia contemporanea.
Ha scritto: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974); Il cielo (1981); Poesie 1974-1992 (1992); Sempre aperto teatro (1999), con il quale ha vinto il premio Viareggio-Repaci; La Guardiana (2005); Pigre divinità e pigra sorte (2006); Flighty matters (2012); Datura (2013).
Si è dedicata anche a traduzioni per il teatro, e nel 2012 ha pubblicato, con la musicista D. Tejera, Al cuore fa bene far le scale, CD e libro con poesie e musiche originali nate dalla collaborazione tra le due artiste.
Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di prose Con passi giapponesi, finalista al Premio Campiello 2020; è dello stesso anno la raccolta di versi Vita meravigliosa.
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Il libro
Una scelta dei versi essenziali di Patrizia Cavalli che dà corpo a una delle voci poetiche piú necessarie del nostro tempo.
Ci sono poeti che hanno il dono prezioso di dare una immediata, irresistibile felicità a chi li legge. Patrizia Cavalli è senz’altro tra questi. Non importa di che cosa parli: se di risvegli lenti tra le lenzuola mattutine o della pasta che va scolata in fretta, all’istante giusto – tutto ciò che questa lingua poetica nomina sembra toccarci immediatamente, come se rivelasse ogni volta, nel modo piú esatto, qualcosa che ci appartiene e che forse abbiamo solo dimenticato. E non importa definirla: è semplice, eppure è anche ricca, complessa, variegata; è saggia e filosofa, ma anche istintiva, innamorata, visionaria. È comica e tragica, dolorosa. Capace di rimanere sempre se stessa – e, solo cosí, di sorprenderci ogni volta. Tutti gli strumenti critici e interpretativi, di fronte ai suoi versi, sembrano cadere – e non è detto che sia un male. Quel che resta da fare, allora, è semplicemente leggerla.
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