cctm collettivo culturale tuttomondo Francesco Mazzola aka Parmigianino
Francesco Mazzola detto Parmigianino (Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540) è stato un pittore italiano, fondamentale esponente della corrente manierista e della pittura emiliana in generale.
Dotato di un talento precocissimo si formò a diretto contatto con Correggio, all’epoca impegnato nei grandi cicli di affreschi delle chiese parmensi.
Dopo le prime commissioni a Parma terminò la sua formazione Roma con lo studio delle opere di Michelangelo e di Raffaello. Il suo temperamento intellettuale ed eccentrico lo spinse verso l’elaborazione di uno stile anticlassico, elegante e ricercato che ne fece il caposcuola del Manierismo emiliano.
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Francesco Mazzola also known as Parmigianino (1503 -1540) was an Italian Mannerist painter and printmaker active in Florence, Rome, Bologna, and his native city of Parma.
His work is characterized by a “refined sensuality” and often elongation of forms and includes Vision of Saint Jerome (1527) and the iconic if somewhat anomalous Madonna with the Long Neck (1534), and he remains the best known artist of the first generation whose whole careers fall into the Mannerist period … keep on reading Wikipedia
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opera: Parmigianino, il Ritratto di gentildonna detto La schiava turca, 1532 – ubicazione Galleria Nazionale, Parma
Alla Galleria Nazionale del Complesso della Pilotta (Parma) è esposto il Ritratto di gentildonna detto La schiava turca, dipinto dal Parmigianino nel 1532 circa.
La giovane dama è ritratta in abiti cinquecenteschi di cui non si conosce l’identità e che per i riferimenti esotici dell’abbigliamento ricevette nel ‘700 l’appellativo di Schiava. La fanciulla dai capelli bruni e dai grandi occhi verdi è ritratta a mezza figura con indosso una veste di seta blu con maniche a sbuffo e sulle spalle porta un velo rigato in oro e arancio. In grembo ha lo zinale, un grembiule leggerissimo e ricamato.
In testa ha un’acconciatura a forma di ciambella, la “capigliara” o balzo, costituita da una rete di fili d’oro, decorata, al centro, da un medaglione con un Pegaso alato, metafora d’iniziazione amorosa e poetica, o forse riferimento araldico alla famiglia di appartenenza.
Si tratta di un copricapo di moda in area lombarda e padana nel Cinquecento, indossato anche da Isabella d’Este, signora di Mantova. Nell’anulare della mano sinistra indossa un anellino dorato, forse perché era una giovane sposa, mentre tiene un ventaglio di piume di struzzo legato con una catenella alla manica dell’abito.
Il ritratto è tra i più affascinanti ed espressivi, oltre che dei più noti, dell’artista: la maliziosa sensualità del soggetto è esaltata dallo sguardo fisso verso l’osservatore, dal sorriso ambiguo e dalla sapienza compositiva dei ritmi curvilinei che ne incorniciano la figura. La posizione leggermente di sbieco dà un senso di tridimensionalità.
Per l’identificazione, ancora incerta, sono stati proposti i nomi di Giulia Gonzaga sposa di Vespasiano Colonna, o quella della poetessa di Parma Veronica Gambara, che il Parmigianino conobbe personalmente. Il dipinto che si trovava nella collezione del cardinale Leopoldo de’ Medici, passò nel 1675 agli Uffizi, lasciata in eredità alla Guardaroba medicea. Nel 1928 fu data alla Galleria di Parma in cambio di due tavole duecentesche della collezione Tacoli Canacci.
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Parmigianino, il Ritratto di gentildonna detto La schiava turca, 1532