cctm collettivo culturale tuttomondo Mariangela Gualtieri Fiori
Che forza insolente hanno i fiori.
Pompano il colore per tutta
la camera. Ridono così forte
nel morire. Tornano sempre.
Ah! fiori! chi non vi sa
è perduto in un grigio disordine
crollato nel lato d’ombra della specie.
Voi, lezione somma
per sfumatura. E dono.
Mariangela Gualtieri
da Bestia di gioia, Einaudi 2010
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foto: ellegramm – fair use
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena nel 1951 ed è una delle voci poetiche piú apprezzate della scena contemporanea.
Nel 1983 ha fondato insieme a Cesare Ronconi il Teatro Valdoca. Da Einaudi ha pubblicato le poesie di Fuoco centrale e altre poesie per il teatro (2003), Senza polvere senza peso (2006), Bestia di gioia (2010), Le giovani parole (2015), Quando non morivo (2019). E, per il teatro, Caino (2011) e Paesaggio con fratello rotto (2021). Per Einaudi ha inoltre pubblicato L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia (2022).
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Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, Einaudi 2010
Per la prima volta Mariangela Gualtieri ha scritto una raccolta poetica fortemente strutturata, con un ritmo meno magmatico delle precedenti, scandito da sezioni che articolano il libro alternando temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso, quasi francescano, della natura e la riflessione sulle cose umane, sullo strappo del tempo, sul momento finale, più misterioso che triste, che trasforma il niente in «un niente più grande».
In realtà le cinque sezioni del libro, se danno una sensazione di maggiore classicità (come i cinque atti del teatro antico), sono legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali, e proseguono fedelmente il discorso poetico dell’autrice, sempre fortemente ispirato.
Non mancano dunque scissioni interiori, proliferare di voci profonde e laceranti, come nelle raccolte passate, ma la prospettiva trascendente è perlopiù proiettata all’esterno, su un albero, sull’aria che sta fra i corpi, sul silenzio che lega le cose. E questa prospettiva, in misura ancora maggiore che in Senza polvere senza peso, traccia un percorso di felicità istintivo e infuocato, ma nello stesso tempo pacificante.
Anche a livello metrico il libro mostra un rapporto più pacato con la tradizione, con una forte disseminazione di endecasillabi e altri versi regolari, senza perdere il senso più profondo dell’originaria aggressività.
Un libro della maturità in tutti i sensi, che porta probabilmente i frutti migliori, finora, di tutte le raccolte poetiche dell’autrice.
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