cctm collettivo culturale tuttomondo Maria Zambrano (Spagna)
Solo l’uomo dotato di un cuore innocente può abitare l’universo.
Maria Zambrano
da Chiari del bosco, Feltrinelli, 1991
opera: Hans Vandekerckhove, Wild Geese, 1999
traduzione: Carlo Ferrucci
Le caratteristiche di Chiari del bosco corrispondono a quelle della ‘guida’, un genere di testo passato in Spagna dall’Oriente, che è composto di figure alimentate dalla fantasia piuttosto che da argomentazioni, che è insieme comunicativo ed enigmatico, che suggerisce più di quanto non dica perché vuole che le sue verità rinascano e rivivano il più direttamente possibile nell’interiorità del lettore. Questi viene condotto, così, non tanto a condividere un sapere, quanto ad assimilare un’esperienza di tipo iniziatico, alimentata da una scrittura fortemente ellittica, lampeggiante, ora fin troppo coordinata ora bruscamente scoordinata, che lo obbliga a farsene coautore, a esporsi con tutto se stesso azzardando significati che il testo non garantisce. E che confluiscono in un ‘logos sommerso’ o ‘logos del pathos’, come la Zambrano ha chiamato in un’altra opera questa forma di comprensione inseparabile dalla situazione vitale di quanti si trovano a parteciparne. Di qui il riecheggiare, in queste pagine, della visione sapienziale dei presocratici, delle religioni salvifiche greche e romane, della tradizione gnostica, dell’idea – mutuata tra l’altro da Nietzsche – della filosofia come ‘trasformazione’.” (Carlo Ferrucci)
Maria Zambrano (Málaga, 1904 – Madrid, 1991) è stata una filosofa e saggista spagnola.
Nata in una famiglia di insegnanti, Zambrano studiò filosofia all’Università di Madrid, dove fu allieva di José Ortega y Gasset e Xavier Zubiri. Nel 1931 iniziò a insegnare filosofia presso la stessa università, ma dovette abbandonare l’insegnamento nel 1936, a causa della guerra civile spagnola.
Zambrano fu una fervente antifranchista e fu costretta a lasciare la Spagna nel 1939. Visse in esilio per quasi cinquant’anni, spostandosi tra vari Paesi, tra cui Cuba, Messico, Venezuela, Italia e Francia.
Durante l’esilio, Zambrano continuò a scrivere e a pensare, producendo un’opera filosofica di grande originalità. La sua filosofia è caratterizzata da un forte accento sulla dimensione poetica della ragione, sulla necessità di un ritorno all’anima e alla spiritualità, e sulla critica alla modernità.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo:
Chiari del bosco, Feltrinelli, 1991
Orizzonte del liberalismo, Selene, 2002
Pensiero e poesia nella vita spagnola, Bulzoni, 2005
Unamuno, Mondadori, 2006
L’innata speranza: scritti dall’esilio, Palomar, 2006
Frammenti sull’amore, Mimesis, 2011
Nel 1989, Zambrano fu la prima donna a ricevere il Premio Miguel de Cervantes, il più importante premio letterario spagnolo.
L’opera di María Zambrano ha avuto un’influenza profonda sul pensiero spagnolo e latinoamericano. La sua opera è stata oggetto di studi e approfondimenti da parte di numerosi filosofi e studiosi, e continua a essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni.
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