collettivo culturale tuttomondo Magda Szabò (Ungheria)
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Quando l’umanità andrà a spasso fra le stelle, nessuno ricorderà più quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri.
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Magda Szabò
frammento da La Porta, Einaudi, 2007
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immagine: Mela Kiwi Limone
Magda Szabó (Debrecen, 5 ottobre 1917 – Kerepes, 19 novembre 2007) è stata un’insegnante e scrittrice ungherese, autrice di romanzi, libri per ragazzi, drammi, sceneggiature e raccolte di poesie.
È stata una delle scrittrici ungheresi più tradotte al mondo … continua a leggere su Wikipedia
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Magda Szabò, La Porta, Einaudi, 2007
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Leggere quest’opera della Szabo è come vivere un’esperienza reale con una persona dalla quale ci sentiamo attirati e che allo stesso tempo non comprendiamo pienamente. Perché varcare la soglia di quella porta, entrare nella vita di Emerenc, rappresenterà per Magda (e forse per tutti i lettori), un avvenimento traumatico che causerà profonde ripercussioni nel rapporto tra le due donne, sollevando questioni che avranno a che fare con la fiducia, il perdono ed il tradimento. Stiamo quindi parlando di un libro che molto probabilmente meriterebbe il massimo dei voti, tanto per contenuto quanto per piacevolezza, ma che per quanto mi riguarda non è riuscito a toccarmi veramente nel profondo a causa di una mia difficoltà nell’accettare e comprendere fino in fondo la figura di Emerenc così come è stata tratteggiata dall’autrice: certi suoi comportamenti, certe sue affermazioni. Ma si tratta indubbiamente di un mio limite personale che però, inevitabilmente, influisce sulla valutazione complessiva di un’opera che rimane di grande spessore.