cctm collettivo culturale tuttomondo Ikkyu Sojun (Giappone)
di Ikkyu Sojun (Kyoto, 1394 – 1481)
Questo mondo
è un sogno visto ad occhi aperti,
ma com’è evanescente
colui che si sveglia
da questo sogno.
opera: Ito Shinsui, Dawn at Akashi, 1916
Ikkyu Sojun (Kyoto, 1394 – 1481) è considerato uno dei più significativi maestri zen che, con le sue idee e le sue opere, ha influenzato profondamente l’arte e la letteratura giapponese.
Ikkyū iniziò il suo percorso zen sotto la guida di Ken’ō Sōi, ma si distaccò dalle istituzioni formali del buddhismo per perseguire una comprensione più autentica della tradizione zen. Dopo aver raggiunto l’illuminazione (satori) nel 1420, durante una meditazione su un lago, Ikkyū rifiutò le convenzioni e i riconoscimenti formali, come il certificato di illuminazione (inka), che considerava superfluo.
La sua filosofia si caratterizza per una forte critica alle istituzioni religiose e un’enfasi sulla libertà individuale. Ikkyū sosteneva che l’illuminazione potesse essere raggiunta anche attraverso esperienze sensuali e relazioni umane, sfidando le norme tradizionali del monachesimo zen. La sua poesia riflette questa dualità, mescolando temi spirituali con immagini erotiche e sensuali.
Ikkyū è noto anche per i suoi contributi nelle arti, tra cui calligrafia, poesia, teatro Nō e la cerimonia del tè. Le sue opere poetiche sono state apprezzate per la loro profondità emotiva e per la loro capacità di esprimere la complessità dell’esperienza umana.
Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo:
Nuvole vaganti. La raccolta di un maestro zen, Astrolabio Ubaldini, 2012
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