cctm collettivo culturale tuttomondo Giuseppina Torregrossa (Italia)
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Improvvisa la bellezza scese su di lei come un dono dal cielo. Gli occhi, soffusi di una sconosciuta soavità, risplendevano, le gote lucevano rosee, ché l’amore si evidenzia subito, fin dai primi fremiti.
Giuseppina Torregrossa
da Al contrario, Feltrinelli, 2021
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opera: Jean Honoré Fragonard, La lettre d’amour, 1773
Giuseppina Torregrossa (Palermo, 1956) è una scrittrice italiana.
Si laurea in Medicina all’università di Roma “La Sapienza”, specializzandosi in ginecologia e ostetricia. Consegue un dottorato di ricerca in perinatologia. Ha lavorato presso la clinica ostetrica dell’università di Roma – Policlinico Umberto I.
Vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa.
Il suo primo romanzo esce nel 2007 e si intitola “L’assaggiatrice“. Con il monologo teatrale “Adele” vince nel 2008 il premio opera prima Donne e Teatro di Roma.
Tra i suoi romanzi sono celebri: “Il conto delle minne“, uscito nel 2009 e tradotto in dieci lingue; “Manna e miele, Ferro e fuoco” (Mondadori 2011), “Panza e prisenza” (Mondadori 2013); “La miscela segreta di casa Olivares” (Mondadori 2014), “ll figlio maschio“ (Rizzoli 2015); “Cortile nostalgia” (Rizzoli 2017); “Il basilico di Palazzo Galletti” (Mondadori 2018), “Il sanguinaccio dell’immacolata” (Mondadori 2019), “Al contrario” (Feltrinelli 2021) e “Morte accidentale di un amministratore di condominio” (Marsilio, 2021).
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Al contrario, Feltrinelli, 2021
In una Sicilia sperduta, lontana dal mare ma ugualmente florida di grano, ulivi e vigne, arriva nel 1927 il dottore Giustino Salonia, medico condotto. Ha un animo irrequieto, contraddittorio, che lo spinge ad agire d’impulso e fare esattamente l’opposto di ciò che sarebbe ragionevole o anche solo conveniente.
Proprio come lasciare Palermo per accettare l’incarico a Malavacata, “un ammasso di casupole, sporcizia e miseria”, dove la gente muore costantemente di polmoniti e malaria – la bonifica fascista lì non suona la sua grancassa. Mentre Gilda, la moglie, è rimasta a Palermo con la figlia neonata e si gode un insperato intervallo di libertà e indipendenza, presto lo studio medico diventa il cuore attorno a cui si muove l’intera comunità: una ragazza che rischia di morire per un aborto illegale, della quale Giustino finisce per innamorarsi; il saggio Mimì, che si oppone con fierezza alle nuove coltivazioni promosse dall’Istituto del grano; il federale, ricco proprietario terriero che si approfitta dei finanziamenti pubblici; Ignazio, il sensale velenoso; Primarosa, una ragazzina generosa…
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, il tempo governato dagli uomini – costretti a partire per il fronte – cede il passo al tempo delle donne che, prive di mariti e padri prepotenti, vivono nonostante il conflitto un periodo di fioritura. Le mani si graffiano e le schiene dolgono, ma i campi danno i loro frutti e le bestie vengono munte, portate al pascolo, castrate. E soprattutto senza i maschi il controllo sociale si attenua, e al pettegolezzo si sostituisce la confidenza, si stringono nuove alleanze.
Dalla fine degli anni Venti alla caduta di Mussolini, Giuseppina Torregrossa dà vita con il suo stile inconfondibile, sapido, sensuale e arguto, alla saga di tutto un paese attraverso le sue ferite, i segreti, le amicizie, i conflitti e gli amori.