cctm collettivo culturale tuttomondo Franco Arminio amore
Le parole che si dicono gli amanti
stanno al corpo dell’amore
come un fiore sul ciglio della strada
sta alle macchine che passano.
Il fiore non sa nulla del rumore
che fanno le parole,
il fiore è il fiore
e se c’è l’amore
è dentro il fiore,
non dentro le parole,
nemmeno dentro
la pioggia o il sole.
Franco Arminio
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Photo by sergey mikheev on Unsplash
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente.
Ha pubblicato una ventina di libri. Ricordiamo, tra gli altri, “Vento forte tra Lacedonia e Candela” (Laterza), “Terracarne” (Mondadori), “Cartoline dai morti” (Nottetempo) e “Geografia commossa dell’Italia interna” (Bruno Mondadori).
Si occupa anche di documentari e fotografia. Come paesologo scrive da anni sui giornali e in Rete a difesa dei piccoli paesi. Attualmente è il referente tecnico del Progetto Pilota della Montagna Materana nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne. Ha ideato e porta avanti La casa della paesologia a Trevico e il festival “La luna e i calanchi” ad Aliano.
«Non capisco perché di fronte a una mutazione inaudita in atto nel mondo la letteratura debba rimanere tale e quale. Un mondo che si è fatto velocissimo richiede una letteratura semplice e breve, diretta e limpida. Questo non significa che si passa dall’espressione alla comunicazione, non significa che il chiarore faccia perdere intensità e complessità. Semplicemente bisogna prendere atto che oggi nessuno ha tempo da perdere con la letteratura che non sa consolare, non sa orientare. Le persone non leggono, ma se leggono vogliono essere consolate e orientate».
«La letteratura che si ritiene seria e complessa e colta spesso è semplicemente una letteratura arrogante che odia i lettori per il fatto che hanno uno sguardo sulle cose che gli scrittori non hanno. Gli scrittori che cercano la brevità e la semplicità non sono dei venduti al gusto dei lettori, non sono quelli che mettono acqua nel vino, sono gli scrittori che ancora provano a fare miracoli e qualche volta li fanno». Franco Arminio
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