cctm collettivo culturale tuttomondo emozioni Tristezza
La Tristezza è un’emozione primaria che si prova nel momento in cui si sente o si crede di aver subito una perdita.
Ciò che caratterizza la tristezza è la sua sgradevolezza: è un’emozione spiacevole, che nasce come reazione alla mancanza, al bisogno di qualcosa o qualcuno.
Mi sento triste quando sto vivendo (o sto pensando) qualcosa che non mi piace, che non desidero, che mi ferisce, mi causa dolore. Esprimere la tristezza, come ad esempio attraverso il pianto, fin da neonati, è un modo per richiamare l’attenzione dell’altro, chiederne la presenza e l’aiuto. Quindi nasciamo capaci di sperimentare la tristezza e comunicarla agli altri per ricevere una risposta che ci permetta di ridurne il peso.
Il fatto che sia sgradevole non vuol dire che sia un sintomo, un problema da eliminare. Se mi permetto di ascoltare le emozioni anche quando sono scomode o indesiderate, arrivo a conoscermi meglio, a capire quali situazioni le evocano, quali siano i miei bisogni e in che modo posso esprimere o trasformare quello che sto sentendo.
Le emozioni servono anche per arricchire i rapporti con le altre persone: ad esempio la tristezza per la lontananza di una persona cara mi fa capire quanto valore abbia per me quel rapporto e mi porta ad investirci, a cercare una vicinanza.
_
immagine: la Ruota delle Emozioni di Plutchik
La ruota delle emozioni di Plutchik
Lo psicologo statunitense Robert Plutchik, negli anni ’80 si è dedicato allo studio delle emozioni, partendo dalle teorie di Paul Eckman, il quale aveva identificato sei emozioni di base, ritenute proprie di ogni individuo, a prescindere da età, cultura o quant’altro.
Nel suo modello Plutchik ritiene che le emozioni di base o primarie sono otto, ognuna determina un comportamento, e combinandosi tra loro ne generano di più complesse, dette emozioni secondarie.
L’idea di base è che le emozioni primarie siano primitive, innate nell’individuo a livello biologico, mentre le cosiddette secondarie sono da ritenersi come evoluzione di queste.
Secondo Plutchik le emozioni primarie sono definite da 4 coppie:
gioia – tristezza;
fiducia – disgusto;
rabbia – paura;
sorpresa – anticipazione.
Il mescolarsi tra loro di queste quattro coppie genera la varietà delle esperienze emozionali.
Per spiegare meglio la sua teoria Plutchik ha introdotto un sistema grafico detto: la Ruota delle emozioni.
Il modello di Plutchik mette in evidenza tre fattori:
1. Polarità delle emozioni: come puoi osservare, sono posizionate in modo circolare e ogni coppia primaria è disposta in modo tale che a ogni emozione corrisponda il suo opposto.
2. Combinazioni tra le emozioni: le zone tra uno spicchio e l’altro rappresentano le emozioni secondarie. Ad esempio: tristezza+disgusto=rimorso, gioia+anticipazione=ottimismo.
3. Intensità: ogni spicchio ha una colorazione che va sfumando dall’interno verso l’esterno, proprio per mettere in evidenza l’intensità dell’emozione che rappresenta, ad esempio: la tristezza al suo massimo diventa angoscia al suo minimo pensierosità.
Man mano che le emozioni decrescono d’intensità si mescolano più facilmente, dando vita alle diadi emotive, ovvero emozioni più complesse.
Tra le diadi, ad esempio, abbiamo: Gioia+Paura= Colpa oppure Fiducia+Sorpresa= Curiosità.
cctm collettivo culturale tuttomondo emozioni Tristezza