centro cultural tina modotti Chavela Vargas Frida Kahlo
Chavela Vargas, Paloma Negra
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Ya me canso de llorar y no amanece
Ya no sé si maldecirte o por ti rezar
Tengo miedo de buscarte y de encontrarte
Donde me aseguran mis amigos que te vas
Hay momentos en que quisiera mejor rajarme
Y arrancarme ya los clavos de mi penar
Pero mis ojos se mueren si mirar tus ojos
Y mi cariño con la aurora te vuelve a esperar
Y aggaraste por tu cuenta la parranda
Paloma negra paloma negra dónde, dónde andarás?
Ya no jueges con mi honra parrandera
Si tus caricias han de ser mías, de nadie mas
Y aunque te amo con locura ya no vuelves
Paloma negra eres la reja de un penar
Quiero ser libre vivir mi vida con quien yo quiera
Dios dame fuerza que me estoy muriendo por irla a buscar
Y agarraste por tu cuenta las parrandas
Chavela Vargas, Paloma Negra dall’ album La Vitrola Rancheras de Oro
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foto: Nickolas Muray , Frida Kahlo e Chavela Vargas, 1945
Chavela Vargas a 83 anni calcolava di aver bevuto più di 45 mila litri di tequila.
Lo raccontava come il dato meno interessante della sua vita. Vale la pena riassumerla un poco, per chi avesse voglia di entrare in una di quelle storie che gli americani definiscono larger than life.
Isabel Vargas Lizano nacque a San Joaquín de Flores, in Costa Rica, il 17 aprile 1919. “Sono nata così”, ha raccontato a El País. “Da quando ho aperto gli occhi sul mondo, non ho mai dormito con un uomo. Mai. Figurati la purezza, non ho niente di cui vergognarmi, i miei dei mi hanno fatta così”. Siccome sta parlando dell’essere lesbica all’inizio del novecento in un paese cattolico e tradizionalista, questo significa che passa l’adolescenza a schivare chi la considera stramba o malata o puttana, e spesso le tre cose insieme.
A diciassette anni trova rifugio a Città del Messico, che aveva trovato rifugio in una rivoluzione.
L’Europa si abbandona tra le braccia dei dittatori, in Messico viene destituito il generale Porfirio Díaz. Vargas canta agli angoli delle strade.
Registi come Sergej Ėjzenštejn e Luis Buñuel arrivano nel paese, attirati dalla rivoluzione di Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Vargas va in giro con pantaloni, poncho e pistola.
Lev Trockij è ospitato da Frida Khalo e Diego Rivera, che fanno alzare il muro di casa a Coyoacán per proteggerlo dai sicari di Stalin. Vargas incrocia alcuni degli scrittori messicani più importanti nelle pulquerie, stravolge i loro testi e gli ascoltatori, comincia a costruire il suo mito.
Circolano storielle che coinvolgono alcuni dei personaggi citati finora.
Vargas è l’amante di Frida Khalo, passa le notti con Lev Trockij, fa impazzire Ava Gadner. Va in giro con un’Alfa Romeo bianca che le ha regalato il presidente messicano Adolfo López Mateos. Canta alle feste di Grace Kelly ed Elisabeth Taylor, e ruba i mariti – o le mogli, a seconda di chi racconta.
“Negli anni sessanta me la ricordo al Cueva de Amparo Montes, un club frequentato da artisti underground nel centro di Città del Messico. Si vestiva di pelle nera, e si portava in giro su una motocicletta una bionda”, racconta il critico Tomás Ybarra-Frausto.
Canta di donne lasciate e uomini rotti e vite sfinite, di galere e letti, di amori svenevoli, di bar tequila e sbronze … continua a leggere su Internazionale
testo di Giuseppe Rizzo, giornalista di Internazionale