cctm collettivo culturale tuttomondo Chandra Livia Candiani La domanda della sete
Sarà meraviglioso
non tornare più
fare la conta degli elementi
e restituirli uno a uno
alle fonti
terra alla terra
acqua all’acqua
fuoco al fuoco
aria all’aria
essere spazio.
Sarà meraviglioso
ascoltare i suoni
del disfarsi, del precipitare
e slacciandosi ridare
i nomi al silenzio
e ridere e piangere
sarà tutt’uno
con vento e neve,
e la memoria
l’altra cosa che c’è
dentro ogni cosa.
Chandra Livia Candiani
da La domanda della sete, Giulio Einaudi editore, 2020
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oera: Hayk Shalunts
Chandra Livia Candiani (Milano, 1952) è una poetessa e traduttrice italiana.
Ha pubblicato le raccolte di poesie Io con vestito leggero (2005), La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo (2005), La porta (2006), Bevendo il tè con i morti (2007 e 2015), La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore (2014), Fatti vivo. 2006-2016 (2017), Vista dalla luna (2019); La domanda della sete 2016-2020 (2020); ha inoltre firmato Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano (2021) e la raccolta di racconti Sogni del fiume (2022).
Ha scritto di lei Vivian Lamarque: «non fa in tempo ad aprire bocca che nasce una poesia».
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La domanda della sete, Giulio Einaudi editore, 2020
«Qualcuno è bravo con i nomi | sa un nome per tutte le cose». Chandra Livia Candiani invece i nomi li confonde, li centrifuga, li riassegna dandogli piú forza. Essere in una stessa poesia cammello, seme di una mela, cane, fiamma e altre cose è rinominare il mondo con un’altra logica. La forte metaforicità di questa poetessa è tutt’uno con la ricerca di fermare in linguaggio il flusso incessante di sensazioni contrastanti ed entità che la attraversano, che ci attraversano. Se nell’atto del camminare dice di essere per metà uccello e per metà albero, non è solo un’analisi precisa della natura umana che tende contemporaneamente a staccarsi da terra e ad ancorarsi ad essa. Non è una semplice iperbole. È la condivisione della natura di uccello e di albero, che stanno dentro quella umana, perché tutte stanno insieme in un’«orchestra del mondo», fatta «di gridi e canti bisbigli e strepiti». Non sempre in perfetta armonia. I versi di Chandra, le sue parole, le sue metafore, vengono da quella partitura.
cctm collettivo culturale tuttomondo Chandra Livia Candiani La domanda della sete