collettivo culturale tuttomondo Carlo Molinaro
Crudele di Carlo Molinaro (Italia, 1953)
Tu sei, certe volte, davvero crudele.
Se io fossi un poeta del Duecento
e tu l’amata mia nemica, non sarebbe
un problema dirti questo:
sarebbe quasi un complimento.
Nel XXI secolo invece
già sembra scorretto, lesivo del diritto
che hai di rifiutarmi ogni contatto.
Questo secolo è troppo razionale:
nell’idolatria del politicamente
corretto nasconde un niente
da dire e un troppo detto.
Resta il fatto
che tu sei, certe volte, davvero crudele:
è ciò che sento – e dirti ciò che sento
non può essere un male.
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Cruel de Carlo Molinaro (Italia, 1953)
Eres, a veces, de veras cruel.
Si yo fuese un poeta del Duecento
y tú la amada enemiga, no sería
un problema decírtelo: sería
casi un cumplido.
En el siglo XXI, en cambio,
parece incorrecto, lesivo del derecho
que tienes de rechazar todo contacto conmigo.
Este siglo es demasiado racional:
en la idolatría a lo políticamente
correcto esconde un nada
que decir y un demasiado dicho.
Queda el hecho
de que tú eres, a veces, de veras cruel:
y esto es lo que siento -decirte lo que siento
no puede ser un mal.
Traduzione: Jorge Aulicino
foto: piqsels
Carlo Molinaro è nato a Vercelli nel 1953.
È stato impiegato come redattore per ventisei anni (dal 1977 al 2003) alla UTET, dove ha collaborato a lungo al Grande Dizionario della Lingua Italiana.
Ha pubblicato numerosi libri di versi a partire dal 1981. I più recenti: La parola rinvenuta (Genesi Editrice, Torino 2006), Una città (Manifattura Torino Poesia, Torino 2010), Rinfusi (Genesi Editrice, Torino 2011), Le cose stesse (e-book, Matisklo Edizioni, Savona 2013), Nel settimo anno (Genesi Editrice, Torino 2016), L’effimera commedia (Miraggi Edizioni, Torino 2016).
Ha scritto anche due romanzi: Io sto come mi pare (Delos Books, Milano 2008) e L’odore delle gambe delle donne (Miraggi Edizioni, Torino 2015).
Una sua silloge è stata pubblicata sulla Italian Poetry Review della Columbia University di New York. Nel 1985 ha vinto la prima edizione del premio “Eugenio Montale” con una silloge inedita.