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Alfonsina Storni (Argentina)

31/12/2016 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Alfonsina Storni perchè

di Alfonsina Storni (Argentina)

Perché io ho il petto bianco, docile,
inoffensivo, dev’ essere che le tante
frecce che vanno nell’ aria vagando
prendono la sua direzione e lì si piantano.

Tu, la mano perversa che mi ferisce,
se questo è il tuo piacere, poco ti basta;
il mio petto è bianco, è docile ed è umile
fuoriesce un po’ di sangue, dopo, nulla.

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de Alfonsina Storni (Argentina)

Porque yo tengo el pecho blanco, dócil,
inofensivo, debe ser que tantas
flechas que andan vagando por el aire
toman su dirección y allí se clavan.

Tú, la mano perversa que me hieres,
se aquello es tu placer, poco te basta;
mi pecho es blanco, es dócil y es humilde:
suelta un poco de sangre… luego, nada.

 

immagine dal web

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Alfonsina Storni nasce nel 1892 nella Svizzera Ticinese, migra a quattro anni in Argentina assieme ai genitori.

Di modestissime condizioni economiche, Alfonsina Storni scrive poesie sin dall’infanzia. Ottiene il diploma di maestra rurale ed insegna per un solo anno prima di trasferirsi a Buenos Aires, dove nel 1912 a soli vent’anni, mette al mondo un bambino, Alejandro, senza essere sposata. Per sopravvivere fa diversi lavori finché non entra nel mondo giornalistico-letterario ed in quello scolastico assistenziale. La Nacion di Buenos Aires pubblicò molti suoi articoli, sotto lo pseudonimo “Tao-Lao.”

Nel 1920 ottiene il Premio Municipale di Poesia e subito dopo il Premio Nazionale di Letteratura.

Nel 1921 si crea per lei una cattedra al Teatro Infantil Labardén, Nel 1923 assume l’incarico di professoressa di letteratura presso la Escuela Normal de Lenguas Vivas, ma man mano che la sua fama cresce, affiora in Alfonsina un forte comportamente nevrotico. Negli anni Trenta compie due viaggi in Europa alla ricerca di pace e di un nuovo equilibrio mentale, ma al ritorno a casa scopre di avere un tumore al seno. Nel 1935 viene operata ma tre anni più tardi la malattia si ripresenta.

Aveva vissuto gli ultimi anni dalla sua vita terrorizzata dalla morte.

Nell’ottobre del 1938 Alfonsina prende un treno e si nasconde in un piccolo hotel sul Mar de la Plata dove scrive “Voy a Dormir”, il 22 invia la poesia a La Nacion e, quindi, si uccide annegandosi in mare, compiendo con questi due gesti la sua ultima ribellione.
Affabile, energica, sensibile e di potente talento, il suo suicidio nel mare traccia intorno alla sua personalità una leggenda.

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