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Alejandra Pizarnik (Argentina)

06/10/2019 By carlaita

centro cultural tina modotti Alejandra Pizarnik è stata una poetessa argentina.

“¿En dónde hallar una presencia humana que me calme? Nunca nadie lo pudo; ni amigos ni amantes. Sólo fantasmas que he amado hasta pulverizar mi conciencia y mi memoria”.

“Dove trovare una presenza umana che mi calmi? Mai nessuno lo ha potuto; né amici né amanti. Solo fantasmi che ho amato fino a polverizzare la mia coscienza e la mia memoria”.

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Alejandra Pizarnik

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foto: Alejandra Pizarnik

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Alejandra Pizarnik (Buenos Aires, 29 aprile 1936 – Buenos Aires, 25 settembre 1972) è stata una poetessa argentina.

Figlia di immigranti ebrei russi, studia Lettere e Filosofia all’Università di Buenos Aires. In seguito, studia pittura con Juan Batlle Planas.
Dal 1960 al 1964 lavora a Parigi per la rivista Cuadernos e per varie case editrici. Traduce anche autori come Antonin Artaud, Aimé Césaire, Yves Bonnefoy ed altri. Nel frattempo studia storia delle religioni all’Università della Sorbona.
I suoi principali lavori risalgono al periodo in cui torna a vivere a Buenos Aires. Sono di questo periodo, infatti, I lavori e le notti, Estrazione della pietra della pazzia e L’inferno musicale.

Nel 1969 esce La contessa crudele (o sanguinaria), testo in prosa. Lo stesso anno riceve una borsa di studi Guggenheim;dopo due anni vince quella Fullbright.

Muore suicida il 25 settembre 1972, per un’overdose di seconal. Dopo la sua morte, lo scrittore argentino Julio Cortázar le dedicò la poesia Aquí Alejandra. (fonte Wikipedia)

Alejandra Pizarnik (Avellaneda, 29 de abril de 1936 – Buenos Aires, 25 de septiembre de 1972) fue una poeta y traductora argentina.

La poesía de Alejandra Pizarnik es pura indagación, si afirmasemos algo sobre ella, sería una continua pregunta: “Siempre es el mismo interrogante: ¿de qué soy culpable?, ¿por qué este eterno sufrir?, ¿qué hice para recibir tanto golpe duro y malo?”.
​ La necesidad de reconocimiento hace mella en Pizarnik, dando pauta a una de muchas ambivalencias que sufrió: “Temo que mis deseos de escribir no sean más que medios para conseguir el fin anhelado éxito, gloria, fe en mí. También pueden ser excusas, ya que no estudio “en serio”, ya que no vivo “en serio”. Puede ser también, que, dada mi escasa facilidad de expresión oral, apele al papel de no atragantarme, para escupir el fuego de mis angustias”.

Para Pizarnik escribir no sólo representaba el reconocimiento sino, también, la posibilidad de desahogarse, de manifestar esa sensibilidad que poseía.

El 25 de septiembre de 1972, a los 36 años, se quitó la vida ingiriendo 50 pastillas de Seconal durante un fin de semana en el cual había salido con permiso del hospital psiquiátrico de Buenos Aires… siga leyendo Wikipedia

 

cctm.website

Alejandra Pizarnik (Buenos Aires, 29 aprile 1936 – Buenos Aires, 25 settembre 1972) è stata una poetessa argentina.

 
 

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Penelope aveva gli occhi grandi le ciglia ricamate Penelope aveva gli occhi grandi
le ciglia ricamate d’azzurro
e la bocca rosa e carnosa.
Camminava ai bordi della via
con i lampioni a far da cornice
e le scarpe rosse consumate.
Al collo quel foulard a fiori
e la borsa di cuoio a ricordare
del ’70 le lotte e le conquiste.
Penelope aveva tanti sogni
nelle tasche allegre di ragazza
camminava ai bordi della via.
Un giorno le si schiuse il grembo
il calcio ben assestato e…
Le lacrime non rosse, ma rosa
le scesero, non un lamento.
Penelope delle mille battaglie
vittima del suo carnefice,
tra i seni un rivolo d’agata.
Il rosa di Penelope urla
negli occhi semichiusi
nella sua bellezza soffocata.
Vola nell’aria e si libra in alto
dove chiarezza e libertà
non nella carne ma nel canto,
si fanno amore per Le Altre.
Penelope e le sue lacrime rosa,
in cammino, con un fiore tra le mani
dove tutto non accade, ma rivive.
Patrizia Portoghese
foto Mirjam Appelhof 
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Il nostro bagaglio ha molto più a che fare con ci Il nostro bagaglio ha molto più a che fare con ciò che decidiamo di lasciare, piuttosto che con quello che decidiamo di portare.
Andrés Neuman
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Un giorno, guidati da stelle sicure ci ritroveremo Un giorno, guidati da stelle sicure
ci ritroveremo
in qualche angolo di mondo lontano,
nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati
o sui sentieri dove corrono le fate
E prego qualche Dio dei viaggiatori
che tu abbia due soldi in tasca
da spendere stasera
e qualcuno nel letto
per scaldare via l'inverno
e un angelo bianco
seduto vicino alla finestra
Modena City Ramblers (1994)
https://youtu.be/2apMisb0ebw
dipinto Kazuhiko Fukuoji
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#stefanobenni #sognare #resistere #cctmfb ##linkin #stefanobenni #sognare #resistere #cctmfb ##linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
😳ops … 😳ops …
Come è audace il papavero che, a marzo, alza la t Come è audace
il papavero
che, a marzo,
alza la testa!
Adolescente impudente,
frettoloso di vita,
inquieta il prato
di primavera.

Angela Suppo #poesia #poesiaitalianacontemporanea #angelasuppo
Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi vi considera delle nemiche, delle rivali, degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria tutti i giorni senza neanche saperlo, contro chi vi tradisce senza volerlo, contro l’idolo donna che vi guarda seducente da una cornice di rose sfatte ogni mattina e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere, scintillanti di collane, ma prive di braccia, di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so), un’amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire, donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà di intenti, libere infine di essere noi intere, forti, sicure, donne senza paura.
Dacia Maraini #daciamaraini #donneperledonne
Siate cauti con le parole, anche con quelle miraco Siate cauti con le parole,
anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.

Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.

Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.

Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.

Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte sono cose impossibili da aggiustare.

Anne Sexton

[Siate cauti con le parole]

illustrazione digitale Catrin Welz-Stein #poesia #annesexton #annesextonpoetry #poetry #catrinwelzstein #
#23 di Lawrence Ferlinghetti Gli innamorati sotto #23 di Lawrence Ferlinghetti

Gli innamorati sotto il porticato
(prima pioggia primaverile)
Si tenevano per il cuore
Come foglie verdi bagnate
l’una all’altra appiccicate
che nemmeno in tropicale calore
Si sarebbero staccate
 

The lovers under the portico
in the first Spring rain
Held each other by the heart
Like wet green leaves
clinging together
that even in the driest weather
Would not fall apart

foto: Brassaï , Le Baiser 1933 #ferlinghetti #lawrenceferlinghetti #brassaï #amore #poesiastatunitense #poetry
Molti sono i modi per tornare a Casa: alcuni profa Molti sono i modi per tornare a Casa: alcuni profani, alcuni divini. 
Casa è un umore o un senso sostenuto che ci consente di esperire sensazioni non necessariamente assecondate nel mondo profano: meraviglia, visione, pace, libertà dalle preoccupazioni, libertà dalle richieste, libertà dal continuo ciarlare.
Tanti sono i veicoli attraverso o con i quali si può raggiungere casa: musica, arte, bosco, spuma dell'oceano, levarsi del sole, solitudine.

Per alcuni, Casa è un bosco, un deserto, un mare.
Per alcuni, Casa è la ripresa di un'antica impresa abbandonata.
Si comincia a cantare dopo aver trovato per anni ottime ragioni per non farlo.
Ci si impegna nell'apprendimento di qualcosa che un tempo si aveva amato di cuore.
Si ritrova la voce e si  scrive.
Si rileggono brani di libri o poesie che ci hanno commossi. 
Ci si sdraia per terra nella luce che filtra tra gli alberi.
Si cammina o si  guida per un'ora, senza meta, e poi si torna.
Si prende un autobus con destinazione ignota.
Si tamburella con le dita ascoltando musica.
Si saluta il sole che sorge.
S raggiunge un posto dove le luci non interferiscono con il cielo notturno.
Si prega. Si sta con un amico speciale.
Ci si siede su un ponte lasciando ciondolare le gambe.
Si tiene in braccio un bambino piccolo.
Ci si siede in un bar, accanto alla finestra, e si scrive. 
Ci si asciuga i capelli al sole.
Si aprono le mani sotto la pioggia.
Si curano le piante e ci si sporca ben bene le mani di terra.
Ci si riposa.
Ci si riappropria di un angolino del mondo.
Si mettono in atto decisioni immense o intense.
Si fanno cose che lasciano un'impronta.
Si contempla la bellezza, la grazia, la commovente fragilità degli esseri umani.
 
In verità, la Casa è olografa.
E si realizza in tutta la sua potenza anche in un solo albero, in un cactus solitario nella vetrina di un fiorista,
in una pozza d'acqua ferma, nella foglia gialla caduta sull'asfalto, nel vaso di argilla rossa in attesa di un ciuffetto di radici, in una goccia d'acqua sulla pelle.
Se vi concentrerete con gli occhi dell'anima, vedrete la casa in moltissimi posti.
 
 Clarissa Pinkola Estès 
[Donne che corrono coi lupi]

illustrazione Birgitta Lopez / Artisalma #libri
Cuore nel cuore. Respiro nel respiro. Così vicino Cuore nel cuore. Respiro nel respiro.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.
Sentivo battere il cuore impazzito delle stelle.
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.
La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.
Blaga Dimitrova

illustrazione: arte digitale Christian  Schole #poesia #blagadimitrova #christianschloe #amore
Valeria Puzzovio ❤️ #illustrazioni #valeriapuz Valeria Puzzovio ❤️ #illustrazioni #valeriapuzzovio
Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.
Alda Merini 

Buon compleanno Alda ❣️
#21marzo
#aldamerini #aldamerinipoesia #poesia #alda
E già si sente l'odore vero della primavera che è quello della terra che si sgela e va in amore.

Mario Rigoni Stern Tra due guerre e altre storie, "La neve della rondine".

Illustrazione Susan Entwistle #primavera #frasi
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😏 quando dici la fortuna … #giornatamondiale 😏 quando dici la fortuna …

#giornatamondialedellapoesia
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