cctm collettivo culturale tuttomondo Oriana Fallaci Il più grave dei miei errori
Ti dirò il più grave dei miei errori.
Quello di non aver amato abbastanza me stessa. Cioè di aver dimenticato che il grande comandamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’, parte dal presupposto di amare prima e innanzitutto se stessi.
Non ho amato abbastanza me stessa perché non sono mai stata contenta di me stessa, non mi sono mai molto piaciuta. Non ho capito insomma che non è necessario piacersi per amarsi, che amarsi è amare la vita.
Ho amato la vita in astratto, e non sulla mia pelle. O meglio, l’ho amata amando gli altri o sforzandomi di amare gli altri.
Ma è tempo che io riconosca la più banale delle verità: tra gli altri ci sono anch’io.
E’ tempo che io sorrida, che rida.”
Oriana Fallaci
da un’intervista rilasciata a Luciano Simonelli, 11 luglio 1979
foto: Oriana Fallaci
Oriana Fallaci (1929-2006), fiorentina, è stata definita “uno degli autori più letti ed amati del mondo” dal rettore del Columbia College of Chicago che le ha conferito la laurea ad honorem in letteratura.
Ha intervistato i grandi della Terra e come corrispondente di guerra ha seguito i conflitti più importanti del nostro tempo, dal Vietnam al Medio Oriente. I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo:
Penelope alla guerra, Rizzoli, 1962
Lettera a un bambino mai nato, Rizzoli, 1975
Un uomo, Rizzoli, 1979
Insciallah, Rizzoli, 1990
La rabbia e l’orgoglio, Rizzoli, 2001
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