collettivo culturale tuttomondo Gilles Deleuze (Francia)
Siamo pervasi di parole inutili, di una quantità folle di parole e di immagini. La stupidità non è mai muta né cieca.
Il problema non è più quello di fare in modo che la gente si esprima, ma di procurare loro degli interstizi di solitudine e di silenzio a partire dai quali avranno finalmente qualcosa da dire. Le forze della repressione non impediscono alla gente di esprimersi, al contrario la costringono ad esprimersi.
Dolcezza di non aver nulla da dire, diritto di non aver nulla da dire: è questa la condizione perché si formi qualcosa di raro o di rarefatto che meriti, per poco che sia, d’esser detto.
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Gilles Deleuze
frammento da Pourparler, Quodlibet, 2000
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illustrazione Catrin Welz-Stein
Gilles Deleuze (Parigi, 18 gennaio 1925 – Parigi, 4 novembre 1995) è stato un filosofo francese.
In ragione dei suoi lavori Differenza e ripetizione (1968) e Logica del senso (1969), Michel Foucault scrisse la celebre frase: «un giorno, forse, il secolo sarà deleuziano».
Benché ascritto all’ambito dei filosofi post-strutturalisti, il pensiero di Deleuze risulta in realtà di difficile classificazione.
Fra i tanti residui sistemici che rientrano nella critica condotta da Deleuze, presenziano anche quelli di concetto e senso, intesi tradizionalmente. Includendo tali fattori, si potrebbe dire che ciò che viene criticato è de facto l’istituzione dialettica dominante dopo Hegel, il senso della storia, la linearità del concetto nella sua evoluzione storica. Ebbene, a tale forma di pensiero tutto storico, costretto e addensato nell’alveo duro della storicità, Deleuze oppone e propone un pensiero rizomatico. Il nome fa riferimento a radicelle vegetali, come quelle della gramigna, che si originano in un unico punto per poi dispiegarsi apertamente in molteplici direzioni. Fuor di metafora, un pensiero rizomatico avrebbe fondamentalmente il carattere di consentire una circolazione aperta fra i concetti, favorendo percorsi differenziati e connessioni inedite. Il senso tradizionale dell’univocità del significato, così come la deterministica produzione dialettica della forma concettuale verrebbero meno, istituendo la non-relazione del pensiero aperto. (fonte Wikipedia)
Siamo pervasi di parole inutili, di una quantità folle di parole e di immagini … Gilles Deleuze