collettivo culturale tuttomondo Eugenio Montale frammento
_
Portami il girasole impazzito di luce.
Traeme el girasol loco de luz.
_
Eugenio Montale
frammento da Portami il girasole, Ossi di seppia, 1920-1927
_
Photo by Todd Trapani on Unsplash
Eugenio Montale (Génova, 12 de octubre de 1896-Milán, 12 de septiembre de 1981) fue un poeta, ensayista y crítico de música italiano.
Recibió el Premio Nobel de Literatura en 1975 … siga leyendo Wikipedia
Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
Traeme el girasol para que lo transplante
a mi terreno ardido por la sal;
que muestre todo el día al azul espejeante
del cielo la ansiedad de su rostro amarillo.
Tiende a la claridad todo lo oscuro
y los cuerpos se agotan en un fluir
de tinta; ésta, en música. Es, por tanto,
desvanecerse la mayor ventura.
Alcanzame la planta que conduce
adonde crecen transparencias rubias
y como las esencias se evapora la vida:
traeme el girasol loco de luz.
_
Eugenio Montale
Ossi di seppia è la prima raccolta di Eugenio Montale.
L’opera vede una prima pubblicazione nel 1925 per mano dell’amico editore Gobetti, ed è successivamente rieditata nel 1928 con l’aggiunta di alcune poesie, che non mitigano il tono esistenzialista e filosoficamente “negativo” della prima edizione. Il titolo scelto dal poeta è espressione del sentimento di emarginazione ed aridità nel rapporto con la realtà che caratterizza la prima parte della sua opera poetica.
Il rapporto dell’uomo con la natura non è più simbiotico; Montale rifiuta la tradizione a lui antecedente (quella di discendenza romantico-decadente, e ben rappresentata da Gabriele D’Annunzio) della fusione tra l’io poetico e il mondo naturale, così che il paesaggio ligure diventa nudo e desolato come un osso di seppia. Il sole è una presenza costante che secca tutto ciò che raggiunge coi suoi raggi, e l’aspro paesaggio naturale ed animale che l’occhio del poeta descrive è un trasparente simbolo di un suo profondo ed inestirpabile disagio esistenziale.
Eugenio Montale frammento