cctm collettivo culturale tuttomondo Tommaso Labranca
Le Santexuperine Scalze, modeste cultrici dell’arte domenicale, incasellano la visita alla mostra di moda subito dopo il brunch etnico, urban must che ha rinnovato i fastidiosi obblighi del vetusto pranzo dai suoceri, e raramente si fanno domande.
Vogliose di porre un altro segno di spunta alle cose-da-fare-nel-weekend consigliate dagli inserti dei quotidiani, impazienti di finire in fretta il giro dell’ennesimo baraccone chagalliano tra i (pochi) quadri e la (tanta) paccottiglia di schizzi, bozzetti, lettere, maglie della salute appartenute al poetico Marc, nessuna trova il tempo di domandar-si come. mai i quadri siano esposti così di-stanziati tra loro, quasi persi su pareti mo-nocromatiche, piccole isole di luce in oceani di ombra.
Un’ombra che mette soggezione, forse perché ricorda quella delle chiese.
Tommaso Labranca
da Vraghinaroda. Viaggio allucinante fra creatori, mediatori e fruitori dell’arte, 2016
_
llustrazione: Luis Prado, Disobedience
Tommaso Labranca (Milano, 1962 – Pantigliate, 2016) è stato uno scrittore, autore televisivo, conduttore radiofonico, editore e intellettuale italiano.
Ha iniziato la sua carriera negli anni Ottanta come traduttore e autore di fanzine, per poi ottenere notorietà con libri come Andy Warhol era un coatto (1994) ed Estasi del pecoreccio (1995), in cui ha indagato e teorizzato la cultura del “basso” e del “pecoreccio”, spesso rivalutando ciò che la cultura dominante considerava di cattivo gusto. Labranca è stato anche tra i protagonisti della cosiddetta “scuola dei cannibali”, insieme a scrittori come Niccolò Ammaniti e Isabella Santacroce.
Nel corso degli anni ha scritto numerosi saggi e romanzi, tra cui Chaltron Hescon (1998), Neoproletariato (2002), Il piccolo isolazionista (2006), Astrakhan (2011), Mu – La risaia in fiamme (2015), e Vraghinaròda (2016). È stato autore di programmi televisivi di successo come Anima mia e ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche, tra cui Radio Rai e Radio 24. Nel 2013 ha fondato la casa editrice indipendente 20090.
Labranca era un intellettuale fuori dagli schemi, spesso in polemica con i conformismi culturali e la superficialità della cultura dominante italiana, che osservava e smascherava con lucidità e ironia. Ha coniato termini come “eleghanzia” per descrivere certi fenomeni culturali e ha lasciato un segno indelebile nella riflessione sul “trash” come ultima grande manifestazione della creatività italiana.
_
cctm Vraghinaroda. Viaggio allucinante fra creatori, mediatori e fruitori dell’arte