cctm colletttivo culturale tuttomondo Roberta Dapunt poesie
Il tempo, questa voce d’incerta origine
tra principio e fine, eppure senza mai
cessare.
Cosa pensare e come pensarlo
tutto questo tempo in sovrabbondanza
di sé
e io che non lo comprendo.
Roberta Dapunt
da Il verbo di fronte, Einaudi, 2024
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foto: Myra Muse – fair use
La nuova raccolta di Roberta Dapunt si snoda intorno a una serie di nuclei: il dolore come esperienza personale, come natura umana, come indignazione per le vicende collettive, siano le guerre, i migranti, il virus o la violenza sulle donne; e il silenzio, anzi, i silenzi, che non devono nascere da costrizione ma dallo stupore, dal pianto, dalla contemplazione; le sensazioni del sacro, visioni, odori, suoni; e la scrittura con la sua potenza e la sua impotenza, con i suoi tempi verbali nei quali è difficile immedesimarsi, cosí come è difficile riuscire a identificare se stessi nel fluire del tempo non verbale. L’intersecarsi di questi temi forma un percorso, una storia personale e collettiva raccontata con una forte tensione che non viene mai meno. E con una voce sempre alta, ma che non si fa mai enfatica grazie alla profonda perplessità che la anima da dentro.
Roberta Dapunt è nata nel 1970 in Val Badia, dove vive.
Per Einaudi ha pubblicato le raccolte di poesia La terra piú del paradiso (2008), Le beatitudini della malattia (2013), Sincope (2018) e Il verbo di fronte (2024). Tra gli altri suoi libri, Nauz, raccolta di poesie in ladino (Il ponte del sale 2017).
Collettivo Culturale TuttoMondo vuole essere un viaggio attraverso le varie forme dell’arte, della cultura e del costume.
Parole e immagini che possano offrire bellezza, far nascere una riflessione, dare meraviglia in questo momento in cui la meraviglia sembra essere perduta e stimolare la curiosità e la voglia di guardare il mondo, a TuttoMondo, cogliendone tutta la bellezza di luci, colori e d’ombre
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