cctm collettivo culturale tuttomondo Renato Delfiol (Italia)
Elogio della fantasia di Renato Delfiol (Vicenza, 1951)
Alto è il potere della fantasia: essa sola permette di evadere dalla miseria della vita. Non già che questa sia sempre misera, ma allorquando lo diventa, la fantasia è sublime capacità naturale che gli dei offrono ai mortali per permettere loro di continuare a vivere. Non arte, mera capacità che è universale anche se dipende dalle differenti consuetudini e possibilità creative dei singoli.
C’è chi produce le fantasie più rozze ed immediate e chi le intesse di trame sottili e le subordina parzialmente alla presenza del principio di realtà. Parzialmente, non totalmente, altrimenti essa non sarebbe più fantasia ma disegno, calcolo, progetto.La fantasia, almeno quella di cui parlo, ha un’evidente finalità consolatoria, probabilmente serve anche a dimostrare al singolo in difficoltà di avere ancora delle chance, di poter intravedere con gli occhi della mente una possibilità di godimento, di serenità.
Dicevo del principio di realtà. Una fantasia soddisfacente deve tenerne conto, essa è tutta irreale ma si ambienta in una sfera del possibile, indipendentemente spesso dalla sua probabilità. Ecco, questa potrebbe esserne la definizione: una possibilità non probabile.
Ciò vale per quello che definirei l’inizio, l’origine, il punto di attaccatura della fantasia alla vita dell’individuo. Questi immagina che ad un certo punto il continuum della sua vita sia interrotta da un evento di rottura, un incontro, ad esempio. Incontro che è inserito nell’universo del possibile, di ciò che si è realizzato per altri e che lo potrebbe anche per lui. Oppure una vincita al superenalotto, evento anch’esso possibile, dato che si verifica tre volte la settimana per un certo numero (ristretto) di individui.
Altro sarebbe se fosse la fantasia di mettersi a parlare col cane, assolutamente irrealizzabile; potrebbe essere un sogno, forse un sogno creativo, ma se avesse un (immaginato) punto di contatto con la vita dell’individuo sarebbe un delirio, più che una fantasia.La fantasia, anche quella più elevata e creativa, rimane sempre un prodotto aleatorio, incomprensibile agli altri e spesso non rifrequentabile con lo stesso piacere neppure dall’individuo che l’ha creato.
Si ritiene che una forma di fantasia sia quella creativa dell’artista, ma la sostanza deve essere molto diversa e principalmente la sua forma, in quanto quest’ultima è comunicabile, è una fusione di argomento e di forma che la rende comprensibile ed apprezzabile a molti.
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foto: Sirkka Liisa Konttinen – fair use
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elogio della fantasia