collettivo culturale tuttomondo Patrizia Baglione (Italia)
L’abbiamo respirato tutto l’odore
dei ciclamini
ma nulla è bastato
ci siamo persi ugualmente
nonostante
la povertà condivisa sopra la breccia
sassolini che si infilavano nelle gambe
e noi nudi, doloranti
ma non ci importava
avevamo quello che meritavamo
era poco ma era tutto
quasi mi viene da piangere, sai
che belli erano i nostri giorni tristi.
Patrizia Baglione
da Nero crescente, RPlibri, 2022
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illustrazione AtelierD
Patrizia Baglione è nata ad Arpino (Frosinone) nel 1994.
Fa il suo esordio nel 2019 con La mia voce, Quid Edizioni. Nel febbraio 2020 pubblica, con la casa editrice Kimerik, la sua seconda silloge dal titolo Malin- conia delle nuvole; quest’ultima è stata presentata su “Rai Radio Live”. Nel 2022 pubblica, con la casa editrice Rp Libri, la sua terza opera Nero Crescente.
Negli ultimi anni ha ricevuto alcuni riconoscimenti, come il Premio alla Cultura al “Kalos” 2020. È inoltre giurata del concorso artistico letterario “Autori Italiani 2021”. È stata inserita all’interno della rivista letteraria “Transiti Poetici” a cura di Giuseppe Vetromile. Dal 2022 è all’interno di “Atlantide – Centro studi Nazionali per le Arti e la Letteratura”.
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«Nella poesia di Patrizia Baglione un alone sottile di amore e di morte attraversa ogni singola poesia, finanche la più speranzosa e primigenia. Questa raccolta, la terza dell’autrice, dal titolo Nero crescente, si può infatti definire come un autentico canzoniere ininterrotto che viaggia tra i due poli estremi del sentimento e della fine restando sempre sospeso in quel bilico verticale che la poetessa laziale sembra padroneggiare con umile e personalissima cadenza. E se “l’altro”, quell’amore abbandonato e impossibile, sembra a volte prendere il sopravvento quasi tormentando l’animo più elevato e primordiale, un sentimento più oscuro pervade l’intera raccolta, quasi a celare una pulsione verso la morte che pare intendere che la vita sia un continuo e perenne lutto sul quale riflettere e nella quale riflettersi fino a che un volto misterioso torni a dire cos’è che si ama e si teme…» (Dall’Introduzione di Antonio Bux)
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