collettivo culturale tuttomondo Julio Cortazar argentina
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Mi basta guardarti per sapere che con te mi inzupperó l’anima
Me basta mirarte para saber que con vos me voy a empapar el alma.
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Julio Cortázar
frammento da Un certo Lucas, SUR, 2014
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Traduzione di Ilide Carmignani
Photo by Darius Bashar on Unsplash
Un certo Lucas è una collezione di racconti e micronarrazioni, uno sguardo sulla vita quotidiana di Lucas – eccentrico alter ego di Julio Cortázar – e al tempo stesso uno spunto da cui partire per raccontare esperienze al limite dell’assurdo, o le idee dell’autore argentino sull’arte, la musica e la letteratura, per riflettere sui momenti di malinconia e insofferenza, o semplicemente ricordare l’odore di sigarette e talco profumato di una donna.
Che descriva un ristorante su rotaie, un ricovero in ospedale o la fine di una storia d’amore, la prosa di Cortázar è sempre ammaliante, giocosa e ironica: un vero e proprio antidoto contro la magniloquenza e la solennità.
Né raccolta di racconti né romanzo, né opera di miscellanea né saggio. Un libro senza un inizio, senza una fine, senza una trama e senza regole popolato da gatti che sono telefoni, pesciolini d’oro che scorrono nelle vene, idre a cui mozzare le teste, consigli per cacciare crepuscoli e veleno per topi usato per combattere i refusi.
Autore di “Bestiario”, “Il giro del giorno in ottanta mondi”, “Gli Autonauti della Cosmostrada”, “Ultimo Round” e “Il gioco del mondo (Rayuela)”, Julio Cortázar (1914-1984), maestro del racconto, amante del jazz, è uno degli scrittori più significativi del Novecento: le sue opere sfidano instancabilmente le barriere di genere, sovvertono i rapporti impliciti che si instaurano tra un testo e il suo lettore, fanno degli elementi fantastici un pane quotidiano, manipolano la lingua come se fosse materia plastica, trasformano il punto di vista in una forma d’arte
collettivo culturale tuttomondo Julio Cortazar Argentina