cctm collettivo culturale tuttomondo Gabriele D’Annunzio da Il Piacere
Io vi ho certo veduta, un’altra volta; non so più dove, non so più quando,ma vi ho certo veduta.
Gabriele D’Annunzio
da Il piacere, 1889
opera: René Gruau, Sofa rouge, 1990
Gabriele D’Annunzio (Pescara, 1863 – Gardone Riviera, 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso.
Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè “poeta sacro, profeta”, cantore dell’Italia umbertina, o anche “l’Immaginifico”, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un’influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.
La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell’Italia – e non solo – del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo. (Wikipedia)
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Il piacere fu pubblicato nel 1889 e inserito nel ciclo de I romanzi della rosa, insieme a L’innocente e il Trionfo della morte, nel quale D’Annunzio rappresenta l’inutile sforzo di vincere la sensualità. Considerato un classico del decadentismo, il romanzo si ambienta nella cornice della Roma rinascimentale e barocca e narra la passione tra Andrea Sperelli ed Elena Muti. Il protagonista incarna il modello dell’eroe decadente che intende la propria esistenza come ricerca delle molteplici sfumature della bellezza e del piacere.Ma più che nella storia, l’originalità dell’opera risiede nel modo in cui l’autore indugia nelle descrizioni degli ambienti e delle sensazioni, che segna l’inizio della prosa poetica, destinata ad avere grande rilevanza nella letteratura italiana dei primi due decenni del secolo successivo.
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