collettivo culturale tuttomondo Émilie Simon (Francia)
Émilie Simon, To the Dancer on the Ice, 2005 – colonna sonora del film La marcia dei pinguini
Émilie Simon, To the Dancer on the Ice, dall’ album La Marche de l’empereur, Barclay, 2005 – colonna sonora del film La marcia dei pinguini di Luc Jacquet.
Émilie Simon (Montpellier, 1978) è una cantautrice francese di musica elettronica.
Si è imposta a livello internazionale grazie alla colonna sonora del film La marcia dei pinguini.
Figlia di un ingegnere del suono e di una musicista, Émilie Simon è cresciuta circondata dalla musica durante la sua infanzia.
Il suo primo album, Émilie Simon, è stato premiato nella categoria “Miglior album elettronico” con una Victoire de la musique nel 2004. Un’altra Victoire le viene attribuita nel 2006 nella categoria “Miglior colonna sonora” per il film La marche de l’empereur. Una terza Victoire le viene assegnata nel 2007, nella categoria “Miglior album di musica elettronica, groove, dance” per Végétal.
Seguiranno poi gli album The Big Machine (2009), Franky Knight (2011) e Mue (2014)
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La marcia dei pinguini di Luc Jacquet, 2005
È il racconto del ciclo riproduttivo del pinguino imperatore, il più grande e il più bello, un uccello che non sa volare, capace d’immergersi a 400 metri di profondità, di restare in apnea per venti minuti, e di marciare caracollando (sfrutta il moto armonico) e scivolando con la pancia su distese ghiacciate per decine di chilometri.
Tutto si ripete da millenni, ma solo all’inizio del XX secolo l’uomo l’ha scoperto. Uno strano destino spinge quest’uccello simile a un delfino, quando è in acqua, a emergere dalle profondità e a trasformarsi in marciatore, con arti inferiori inadatti e corti, dalle dita palmate, affrontando pericoli per chilometri e chilometri.
Febbraio segna la fine dell’estate antartica. Un istinto atavico guida la comunità dei pinguini fuori dall’acqua blu per perdersi nella tormenta del deserto bianco, in interminabili file ordinate. La carovana procede senza soste alla ricerca del luogo adatto a riprodursi, l’oamak, nell’arcipelago di Pointe Géologie, dove il ghiaccio non si spezzerà.
Aprile e maggio: hanno inizio i riti di seduzione. Sono le femmine a scegliere i maschi. Si formano le coppie, che resteranno stabili e si riconosceranno dopo aver memorizzato il canto del partner.
Dopo due mesi d’amore, un solo uovo viene fatto scivolare sui talloni (sul ghiaccio gelerebbe in pochi secondi) e passato al maschio, che lo terrà al caldo (almeno 35 gradi) tra le piume dell’inguine, restando in equilibrio sui talloni, nel terribile inverno antartico, per altri due mesi.
Un vero calvario per i maschi, costretti a stringersi gli uni contro gli altri, in formazione tartaruga, per difendersi dal freddo (anche meno 100 gradi),mentre le femmine, dimagrite di un terzo del loro peso, s’incamminano verso il mare per fare scorta di cibo.
A primavera il prezioso uovo si schiuderà. Le madri torneranno in tempo per nutrire i piccoli appena nati, riprenderli tra le zampe con le stesse precauzioni della prima volta (l’esposizione al freddo sarebbe fatale) e permettere ai maschi, ormai allo stremo, di prendere a loro volta la via del mare e del cibo.
Il viaggio alterno continuerà fino all’autosufficienza dei nuovi imperatori. La sopravvivenza della specie è assicurata. Per ora.
Un annuncio che diceva:“Cercasi biologo che non abbia paura di niente, pronto a partire per quattordici mesi ai confini del mondo”.
Luc Jacquet, che non aveva mai usato una cinepresa, comincia un periodo di formazione al 35 millimetri e parte per la base di Dumont d’Urville per inanellare degli uccelli e redigere una lista precisa delle inquadrature da effettuare. Comincia così l’avventura senza precedenti del giovane regista e della sua troupe al seguito degli straordinari Pinguini Imperatore.
Sempre pronti a girare, a cogliere il momento felice, senza possibilità di visionare il materiale registrato, avendo come norma costante di comportamento il rispetto degli animali e della natura, particolarmente ostile, verso l’uomo soprattutto.
Un esordio alla regia, un premio Oscar come Miglior Documentario e un successo di pubblico in tutto il mondo che ha battuto ogni record d’incasso.