cctm collettivo culturale tuttomondo Concita De Gregorio Malamore
Le donne provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo. Brucia ma non si bruciano. Respirano forte quando l’ostetrica dice «non urli, non è mica la prima». Imparano a cantare piangendo, a suonare con un braccio che pesa come un macigno per la malattia, a sciare con le ossa rotte. Portano i figli in braccio per giorni in certe traversate del deserto, dei mari sui barconi, della città a piedi su e giù per gli autobus. Le donne hanno più confidenza col dolore. Del corpo, dell’anima. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da esser quasi amico, è una cosa che c’è e non c’è molto da discutere. Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. È una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa.
Concita De Gregorio
da Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Einaudi, 2008
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foto : Alex Benetel
Concita De Gregorio, giornalista e scrittrice, firma storica de «la Repubblica» dove attualmente lavora, è stata per tre anni direttore de «l’Unità».
Ha quattro figli. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo sangue (Laterza). Per Mondadori sono usciti Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto (2006) e Malamore. Esercizi di resistenza al dolore (2008). Nel 2010 è uscito Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent’anni di cronache italiane (il Saggiatore). Per Einaudi ha pubblicato Così è la vita (2011 e 2016), Io vi maledico (2013 e 2017), Un giorno sull’isola , scritto con il figlio Lorenzo, (2014 e 2017), Cosa pensano le ragazze (2016 e 2017) e In tempo di guerra (2019 e 2021).
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