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Chiharu Shiota: The Soul Trembles

11/12/2025 By carlaita

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Chiharu Shiota: The Soul Trembles Dal 22 ottobre 2025 al 28 giugno 2026 il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino cctm arte contemporanea

Dal 22 ottobre 2025 al 28 giugno 2026 il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino presenta la mostra Chiharu Shiota: The Soul Trembles, a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum, che ne ha concepito il progetto originale, e Davide Quadrio, direttore del MAO, con l’assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca Filisetti.

La grande mostra monografica dedicata all’artista giapponese arriva al MAO in anteprima nazionale – e per la prima volta in assoluto in un museo di arte asiatica – dopo essere stata ospitata in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Grand Palais di Parigi, il Busan Museum of Art, il Long Museum West Bund di Shanghai, la Queensland Art Gallery di Brisbane e lo Shenzhen Art Museum.

Si tratta di un progetto ampio e articolato, di grande potenza espressiva, che ripercorre l’intera produzione di Shiota attraverso disegni, fotografie, sculture, e alcune delle sue più celebri installazioni ambientali e monumentali. Spesso ispirate da esperienze personali, le opere di Chiharu Shiota esplorano l’intangibile – ricordi, emozioni, immagini e visioni oniriche, offrendo spazi di silenzio e contemplazione – e pongono interrogativi su concetti universali ed esistenziali quali l’identità, la relazione con l’altro, la vita e la morte; valicando i confini temporali e spaziali, i suoi lavori coinvolgono la parte più intima e vulnerabile dell’essere umano.

Le sue installazioni più celebri, composte da fili rossi o neri intrecciati a creare strutture imponenti, avvolgono gli spazi in cui sono collocate, trasformandone i volumi e guidando lo spettatore in un’esperienza immersiva in cui la fascinazione si alterna all’inquietudine, il movimento alla stasi.

Il progetto espositivo è concepito come un’unica grande installazione che si espande negli spazi del MAO, dall’area delle mostre temporanee fino alle gallerie delle collezioni permanenti, ponendosi in un dialogo diretto con le opere del Museo. Oltre a una serie di disegni, sculture, fotografie e installazioni, l’esposizione prevede interventi site-specific e nuove opere realizzate appositamente dall’artista per l’occasione.

Tra le opere in mostra alcune delle più iconiche installazioni di Shiota: Where Are We Going? (2017), in cui il motivo della barca, ricorrente in diverse opere, evoca visioni di vite e futuri incerti; Uncertain Journey (2016), costituita da scheletri di imbarcazioni disposti in uno spazio avvolto da fili rosso vivo, a suggerire i molti incontri che potrebbero manifestarsi alla fine di ogni viaggio; In Silence (2008), in cui un pianoforte bruciato e diverse sedute per un fantomatico pubblico, immerse in un reticolo di fili neri, raccontano il silenzio che segue alla distruzione; Reflection of Space and Time (2018), che utilizza un abito e la sua immagine specchiata per riflettere sulla presenza nell’assenza; o ancora Inside – Outside (2009), opera incentrata sul concetto di separazione fra interno ed esterno, privato e pubblico, Est e Ovest; infine la monumentale Accumulation – Searching for the Destination (2021), composta da centinaia di valigie oscillanti, simbolo di ricordo, spostamenti, migrazioni e archetipo del viaggio compiuto da ciascuno di noi.

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Chiharu Shiota è un’artista giapponese nata a Osaka nel 1972, nota per le sue installazioni immersive realizzate con fili intrecciati che esplorano memoria, identità e connessioni umane.​

Ha studiato alla Seika University di Kyoto prima di trasferirsi in Germania nel 1996, dove ha lavorato con Marina Abramović e si è formata in diverse scuole d’arte a Berlino, città in cui vive e opera da allora. La sua transizione dalla pittura alle performance e installazioni avvenne durante una crisi creativa, quando iniziò a legare oggetti personali con fili rossi per esprimere emozioni represse.​

Le sue installazioni riempiono spazi con reti di fili neri o rossi intrecciati a chiavi, scarpe o abiti, evocando temi di alienazione e temporalità. Nel 2015 ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia con “The Key in the Hand”, un’opera monumentale composta da migliaia di chiavi sospese che simboleggiano ricordi accumulati. Ha esposto in mostre internazionali, inclusa una retrospettiva sold-out al Grand Palais di Parigi e una recente al MAO di Torino.​

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