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Cesare Pavese (Italia)

19/04/2016 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo cesare pavese (Italia)

C’è una vita da vivere, ci sono delle biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere.
La Natura insomma ci chiama

Cesare Pavese

frammento da una lettera che Cesare Pavese scrisse il 14 aprile 1942 all’editore Giulio Einaudi – tratto dal libro Cesare Pavese di Franco Vaccaneo, Gribaudo Editore 2011

Romualdas Rakauskas cesare pavese

foto: Romualdas Rakauskas, 1981 – fair use

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Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908-Torino 1950) è stato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo dopoguerra.

È stato anche, con Fernanda Pivano, il principale traduttore di romanzi americani moderni in italiano. Grazie a lui giunsero in Italia i testi di Melville, Dos Passos, Steinbeck e Stein.

Nel 1930 si laureò in Lettere con una tesi sulla poetica di Whitman e pubblicò il libro “I mari del sud”. Nel giro di pochi anni, Pavese si trovò impegnato nella docenza, nell’editoria con il gruppo Einaudi e nella scrittura. Nel 1936, uscirono le innovative liriche di “Lavorare stanca”. Versi lunghi, quasi prosaici e dal ritmo anapestico, stravolsero la tradizione italiana.

Durante il regime, fu costretto a prendere la tessera del partito fascista per proseguire la sua attività di insegnamento. Fu comunque incarcerato e costretto al confino. L’esperienza di questi anni fu descritta nel suo primo romanzo: “Il carcere”.

Fu con “Paesi tuoi”, uscito nel 1941, che rivoluzionò la prosa italiana. Il tema e il linguaggio crudo, quasi violento, e dalle forti sfumature dialettali sancirono uno strappo con la precedente tradizione letteraria. L’opera assomigliava alla scrittura semplice e asciutta dei romanzi americani novecenteschi. Durante gli anni della guerra, Pavese si avvicinò al partito comunista e iniziò a collaborare con «L’Unità». Tra il 1945 e il 1949 pubblicò “Feria d’agosto”, “Dialoghi con Leucò”, “La casa in collina”, “Il diavolo sulle colline” e il suo ultimo romanzo “La luna e i falò”. Nel 1950 vinse il Premio Strega con il romanzo: “La bella estate”. Il testo è un trittico composto da tre brevi racconti, pubblicati o stesi durante gli anni quaranta.

Depresso da tempo, Pavese si suicidò la notte del 26 agosto 1950 in un albergo di Torino.

 

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