cctm collettivo culturale tuttomondo Attilio Bertolucci per te
Coglierò per te
l’ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l’hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E’ un ritratto di te a trent’anni,
un po’ smemorata, come tu sarai allora.
Attilio Bertolucci
opera: Giovanni Boldini (1842-1931)
Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato un poeta italiano, padre dei registi Bernardo Bertolucci e Giuseppe Bertolucci.
La poesia di Bertolucci è a suo modo semplice e complessa. La sua vocazione alla descrizione e al racconto lo ha naturalmente condotto a evitare l’intensa liricità della poesia pura ed ermetica per rivolgersi piuttosto a una lingua poetica intelligibile e alla narrativa in versi. La produzione, che comincia nel 1929, comprende raccolte poetiche, un romanzo familiare in versi, prose, traduzioni di autori inglesi e francesi come William Wordsworth e Charles Baudelaire.
Un intellettuale disponibile, che è stato poeta, traduttore, critico, sceneggiatore, documentarista, ma la cui figura centrale e decisiva resta quella di poeta, come la critica contemporanea gli ha definitivamente riconosciuto.
Attilio Bertolucci è un poeta che la critica considera tra i grandi del Novecento italiano e la cui importanza è cresciuta a partire dagli anni cinquanta.
Le caratteristiche della sua poetica, per forme e contenuti, lo inseriscono nel filone della linea “antinovecentista” che parte da Saba per proseguire con Penna, Caproni, Giudici, richiamandosi da un lato ai crepuscolari e a Pascoli e, dall’altro, proponendo un modello alternativo alla poesia “pura” o “ermetica” del secondo Ungaretti, di Quasimodo, di Montale.
Temi dominanti della poesia di Bertolucci sono il luogo d’origine, Parma, nei suoi aspetti cittadini e nel paesaggio della campagna, definiti sia attraverso la loro descrizione reale che nella loro dimensione simbolica, i legami affettivi con i familiari e gli amici, la natura. Le strutture metriche sono molto variabili e comprendono liriche brevi, con versi liberi o anche versi tradizionali variamente intrecciati, così come liriche più lunghe, che possono giungere fino al poemetto.
La cifra costante della sua poesia, oltre alla citazione più o meno evidente di poeti come Pascoli e D’Annunzio, è la vocazione narrativa e la tendenza ad utilizzare espressioni ossimoriche; frequente anche l’attitudine interlocutoria con la quale Bertolucci si rivolge al lettore.(fonte Wikipedia)
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